Il linguaggio da sms, nato dall’esigenza di scrivere breve e scrivere veloce, quindi caratterizzato da abbreviazioni, neologismi, elementi grafici, per quanto discutibile dal punto di vista grammaticale, ha dato comunque vita a forme di espressione creativa.
Come viene riportato nel saggio “Scritture brevi nelle lingue moderne” a cura di Francesca Chiusaroli e Fabio Massimo Zanzotto:
“Scrivere sms è primariamente attività ludica e comporta alcune volte la combinazione del principio economico con l’attenzione all’aspetto estetico, ovvero all’effetto figurativo (…)
Nel contesto pratico conversazionale tali segni non raramente divengono eccedenze grafiche, elementi ripetuti senza risparmio, certamente contravvenenti le proprietà o le potenzialità informative, in una parola forme vive dell’agire linguistico. Tale versatilità degli impieghi sulla base dei contesti, degli umori, delle personalità, decreta il successo planetario delle scritture brevi, la loro eccezionale spendibilità, l’adattabilità alle condizioni comunicative più variamente intese”.
Ma che succede se, proprio per ovviare ai limiti di spazio e tempo, le tastiere dei nostri cellulari iniziano a diventare “intelligenti”? Se diventano in grado di suggerirci, a seconda del contesto (sms, social network, email), la parola giusta da utilizzare, che fine farà tutta questa creatività?
Ormai le tastiere predittive si trovano praticamente su tutti gli smartphone in commercio. Il loro funzionamento si basa sulla memorizzazione dei termini di più frequente utilizzo. Quelle più avanzate fanno poi riferimento a vocabolari in cloud, in modo da offrire suggerimenti ancora più specifici, sulla base del lessico utilizzato da tutti gli utenti delle applicazioni di compilazione predittiva.
Sempre Francesca Chiusaroli, spiega:
“Di fronte a una domanda, ad esempio (contraddistinta da punto interrogativo o da avverbio dedicato), ecco pronta la risposta (“Sì, No, Non saprei” e oltre) e, in generale, una scelta fra tre parole, selezionate sulla base della parola già scritta, è messa a disposizione dell’utente, così guidando la stesura del messaggio al suo compimento”.
La nuova tastiera di #iOS8 capisce la lunghezza della risata che sto per fare… pic.twitter.com/C4tiR8ElrG
— Loop Alberto (@Larsaan) 19 Settembre 2014
Visto che la scrittura sui dispositivi digitali è ormai la norma, la domanda è: finiremo per scrivere come degli automi?
Per testare i limiti e potenzialità delle tastiere predittive il “laboratorio”, Scritture Brevi ha avviato su Twitter un piccolo esperimento con l’hashtag #iOS8scrivo.
“Limiti emergono immediatamente nella facile produzione di frasi standardizzate, formulari, modelli di testo fissi e stereotipati:
Mi è piaciuto un video di YouTube.
Ho aggiunto un video a una playlist di canzoni.
Buongiorno agli amici di Twitter.
Buonanotte a tutti.
A tali strutture statiche fanno poi da contraltare interessanti applicazioni in direzione del portato compositivo originale, manifestato nella voluta alterazione delle vie più prevedibili, allo scopo della scrittura inedita o curiosa, così che, scegliendo – tra quelle date – la parola meno attesa, meno opportuna, la composizione sovverte le regole, potenzia l’effetto sorpresa, va nella direzione del “non noto”, del nuovo. Dunque, ancora una volta, è l’autore che fa il testo, confrontandosi col mezzo, sfidandolo persino, trasformando le parole della macchina in lingua viva”.
5 risposte
Non mi ero mai soffermato su questi aspetti dello scrivere…un articolo originale, sarebbe da discuterne per giorni. Complimenti.
Grazie Riccardo, il genio è sicuramente Francesca Chiusaroli di #ScrittureBrevi