Diverse volte abbiamo approfondito il concetto della reperibilità di un libro online (o meglio della sua Discoverability), cioè non se appaia in catalogo o sia acquistabile tramite le librerie digitali, ma se faccia o meno la sua comparsa tra i risultati delle ricerche degli utenti dedicate ad argomenti simili o correlati a quelli trattati nel testo. Dunque, affinché il titolo venga indicizzato prima e mostrato poi dai motori di ricerca è necessario, abbiamo visto, creare attorno ad esso una solida architettura di link, fare in modo che ne parlino siti web specializzati nel genere, trovare buone recensioni e menzioni autorevoli, insomma tutto quanto concorra a segnalarlo come una valida risorsa.
Come autori digitali dovremmo sempre preoccuparci di ciò che i motori di ricerca sanno su di noi e su ciò che scriviamo, poiché incide sulla nostra reputazione e sulle vendite ovviamente; ancor di più oggi che i motori di ricerca vanno via via affidandosi alle intelligenze artificiali e anzi qualcuno predice perfino la loro scomparsa, almeno per come li intendiamo adesso.
Cosa cambierà effettivamente con la ricerca generativa e come questa andrà a impattare sul posizionamento e la promozione dei libri online?
Per quanto ho potuto constatare è proprio la lotta per le SERP che potrebbe essere presto un ricordo, poiché le IA saranno in grado di elaborare dei testi veri e propri dalla vasta gamma di fonti a cui attingono per rispondere in maniera diretta alle richieste degli utenti, senza che siano loro a dover cliccare sui singoli risultati per trovare ciò a cui erano interessati. Cosa significa nella pratica possiamo già vederlo con Copilot di Bing, Gemini di Google e ChatGpt, sebbene quest’ultimo non sia propriamente un motore di ricerca.
Ho fatto qualche piccolo esperimento per capire allora cos’hanno da dire le loro IA in tema di libri.
Tabella dei contenuti:
Contenuti, oltre al genere
Senza indugiare, posso dire che Gemini mi sembra rispondere meglio a quella che potrebbe essere la ricerca tipo di un lettore, ovvero “ho terminato questo libro, consigliamene un altro simile”. I risultati appaiono suddivisi secondo aree tematiche, che riguardano il genere del libro oggetto della domanda, così come quello dell’autrice, la sua provenienza, ma anche gli argomenti trattati e una certa atmosfera che un lettore potrebbe voler ritrovare in una storia.
Al termine di ogni risposta, il bot ti invoglia a proseguire nell’interazione ponendoti delle domande sulle tue preferenze, Gemini forse un po’ troppo insistentemente mentre Copilot appare più discreto (nel modo in cui cerca di fregarci informazioni) ed esplicito sulle fonti dei risultati.
Termini di ricerca specifici
Deludente invece ChatGpt, che si limita a un elenco di autrici consigliate senza un apparente criterio organizzativo. E quando, alla domanda successiva, gli ho chiesto di indicarmi delle autrici autopubblicate, ha preso a spiegarmi cosa sia il self-publishing; per la verità anche Gemini, ma ci ha tenuto a spiegarmi che ero stata io a sbagliare quesito.
Gli ho indicato allora un’autrice in particolare, sorprendentemente Gemini non ha saputo rispondermi, non so se per questioni di privacy, anche se su Copilot e ChatGpt le stesse informazioni sono disponibili. Dunque ho dovuto aggirare il problema nominandogli il titolo della trilogia firmata da Laura Usai, con la quale ho avuto il piacere di collaborare come editor, cosa che Gemini non sa, ma ancora una volta quello che invece sembra sapere è organizzato in maniera unica ed efficace, anche meglio di quanto avviene sui motori di ricerca.
Anticipare le domande
Credo che i testi rielaborati da Gemini siano estratti da recensioni e articoli online dedicati alla trilogia, ma non in modo casuale bensì per stimolare la curiosità e anticipare le possibili obiezioni all’acquisto. La domanda, che non ho digitato io, “perché la trilogia della Curatrice è così amata?” vuole indicarti chiaramente che un pubblico la trilogia già ce l’ha e quindi vai sul sicuro se cerchi libri dalla Trama avvincente, con Personaggi complessi che trattano Temi universali.
Certo sembrano descrizioni vaghe, ma colgono nel segno se sei già un appassionato del genere (tra Mistery e Romance in questo caso), inoltre, se vuoi saperne di più, il bot ti permette di avere delle anticipazioni sulla trama, mettere a confronto il libro a cui sei interessato con altri simili, conoscere delle curiosità sugli autori, e la conversazione potrebbe proseguire così all’infinito.
Cosa possiamo allora apprendere dalle Intelligenze Artificiali che ci permetta di guadagnarne in visibilità per i nostri libri?
L’impressione è che siano strumenti utili soprattutto per capire in che ambito posizionarsi, voglio dire che appare molto semplice con la stessa analisi mostrata sopra individuare parole chiave da inserire nei metadati e nella descrizione dei nostri libri per fare in modo che appaiano nelle ricerche relative agli autori che maggiormente ci ispirano o a uno specifico genere in cui desideriamo essere riconosciuti.
I bot ci permettono infatti di avere una visione di insieme del modo in cui sul web si parla di loro e dunque come vorremmo si parlasse di noi. Ma non solo, la ricerca generativa pare dare risalto al contenuto stesso del libro, che tipo di personaggi propone, quali ambientazioni permette di esplorare e così via.
Chi ha avuto modo di seguire i consigli di marketing editoriale apparsi su queste pagine, in tempi in cui di intelligenza serviva quella vera, oltre a una buona dose di intuito per intercettare il gusto dei lettori, si troverà sicuramente avvantaggiato poiché avrà già iniziato a creare profili online per i personaggi dei suoi libri, approfondimenti sui temi trattati, retroscena… Non è vero?
Solo così si potrà essere un passo avanti alle IA e stabilire cosa vogliamo che sappiano delle nostre storie e come le descriveranno ai potenziali lettori.