Raccogliendo un po’ di materiale per il nuovo ebook della serie Guide alla Letteratura 2.0, che tratterà di (SPOILER) metadati per ottimizzare il posizionamento di un libro online, mi sono imbattuta in una presentazione dal titolo “Book Discovery & Discoverabilty”, di Andrew Rhomberg, amministratore di JellyBooks, società di analisi in ambito editoriale, di cui abbiamo avuto modo di parlare.
Ma che cos’è questa Discoverability?
In breve, la capacità di raggiungere il giusto target di pubblico in modo diretto o indirettamente attraverso gli altri, per renderli consapevoli dell’esistenza del nostro libro e della nostra scrittura. La Discoverability, in teoria, dovrebbe attivare un circolo virtuoso in cui un lettore cerca il libro, lo scarica, lo legge e lo raccomanda anche ad altri. Ma nella realtà, i percorsi attraverso cui si arriva alla scoperta di una nuova lettura sono leggermente, ma proprio leggermente, più complessi.
Un libro si può trovare per caso, o perché ne abbiamo sentito parlare dai nostri amici, abbiamo letto una recensione o visto una pubblicità. Se poi ci aggiungiamo che le cerchie di amici si moltiplicano esponenzialmente sui social, che le classifiche dei rivenditori online si aggiornano ogni 12-24 ore, per non parlare di offerte, sconti, download gratuiti, allora, la rappresentazione della reperibilità di un libro diventa questa cosa qua.
Come si fa a districarsi da questa matassa? Come facciamo a rendere i lettori consapevoli dei nostri libri, in modo che cerchino i nostri libri tra i milioni di altre possibilità?
I metadati sono uno dei fattori più importanti per essere visibili tra le ricerche di categoria, probabilmente la prima utilizzata dagli utenti per scoprire nuovi libri, ma resta il fatto che il modo in cui poi le librerie elaborano queste informazioni e quindi i risultati delle ricerche sono fuori dal controllo degli autori. In pratica, se non sei in prima pagina, rimani invisibile. Quindi…
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Secondo Rhomberg la scoperta non deve essere più complicata di un semplice clic del mouse. I link che danno accesso a un campione gratuito del libro sono solitamente preferibili a quelli di acquisto perché incentivano l’azione.
Free is how you build an audience. Loyalty comes first, monetization after.
Perciò ecco alcune raccomandazioni per migliorare la visibilità e la scoperta di un libro online:
1) Incoraggiare blogger, recensori, giornalisti, ecc., a includere collegamenti e call to action che conducano a contenuti gratuiti.
2) Ospitare i campioni sul proprio sito web o nel cloud per facilitarne il download, poiché non tutti vogliono rimanere incastrati nell’ecosistema di Amazon.
3) Inserire pulsanti e link per accedere al sito web o iscriversi alla mailing list, perché la conversazione con i lettori non deve fermarsi mai; più i lettori si sentiranno coinvolti e più continueranno a condividere e raccomandare il libro.
4)Tracciare i collegamenti in entrata con strumenti come Google Analytics per capire chi sono i lettori e correlare le vendite con le attività di marketing.
Ecco la presentazione completa.
Una risposta
Quindi è meglio “mostrare” un’anteprima prima di passare in modalità “vendita”?
Buono a sapersi 😀