via PublishersWeekly
La narrazione interattiva ha fatto un notevole balzo in avanti quest’anno, grazie a un videogioco chiamato AI Dungeon che ha fornito a più di 1 milione di utenti attivi mensilmente, secondo il suo creatore Nick Walton, più di 18 milioni di avventure personalizzate basate su testo generato da un’intelligenza artificiale.
Il videogioco può essere giocato su smartphone o computer, scegliendo fra cinque generi principali: fantasy, mystery, apocalittico, zombie o cyberpunk. L’IA genera le prime righe della storia e poi invita i i giocatori a digitare le loro azioni successive, adattando il seguito dell’avventura alle diverse scelte. C’è anche una funzione audio, che consente di ascoltare la storia narrata da una voce artificiale mentre si svolge. Sebbene le capacità narrative di AI Dungeon siano ancora in evoluzione, ha il potenziale per cambiare il modo in cui vengono sviluppati i videogiochi e molti altri generi di intrattenimento.
“Il problema fondamentale con i giochi tradizionali è che lo sviluppatore deve realizzare a mano ogni singolo pezzo”, ha spiegato Walton. “Questo limita davvero il tipo di personaggi, missioni o costruzione dell’universo narrativo che hai a disposizione. Se devi scriverne una versione completamente nuova per ogni diversa decisione che un giocatore può prendere, diventa troppo costoso. Ma quando hai un’intelligenza artificiale in grado di riempire tutti questi dettagli, improvvisamente si apre una serie completamente nuova di possibilità”.
Gli editori di libri devono affrontare limitazioni simili con i romanzi. I lettori possono amare una particolare ambientazione, ma possono solo esplorarne gli angoli immaginari che l’autore ha descritto. Walton spera che un giorno gli editori useranno la sua tecnologia per creare infinite serie di avventure interattive ambientate nell’universo dei romanzi preferiti dai lettori.
“Potremmo creare mondi di gioco specifici per un libro”, ha detto. “Si potrebbe esplorare Harry Potter o anche generi più piccoli, a un costo molto più economico rispetto alla maggior parte dei videogiochi”.
Tabella dei contenuti:
Licenza di gioco
Alcuni scrittori hanno già adocchiato AI Dungeon. La ricercatrice Janelle Shane, autrice di “You Look Like a Thing and I Love You “, ha giocato la prima versione del gioco a dicembre ed è rimasta colpita dal miglioramento dell’IA negli ultimi mesi. “La coerenza è sorprendente”, ha spiegato parlando del suo esperimento di accedere ad AI Dungeon nei panni di un’oca. Rispetto a soli otto mesi prima l’interfaccia era capace di incorporare nel gioco ogni dettaglio del personaggio. “Ricordare che ho ali e becco e mi muovo volando”.
“Le persone dovrebbero assolutamente trarre vantaggio da questa tecnologia, in particolare gli scrittori”, ha detto Emily Bellavia, che ha pubblicato un romanzo fantasy d’avventura utilizzando l’interfaccia AI Dungeon. “Mentre la storia continua, l’IA impara ad adattarsi al tuo stile di scrittura e al flusso narrativo generale, utilizzando algoritmi di deep learning incredibilmente avanzati per descrivere ciò che accade dopo”, ha scritto nell’introduzione di Lady Emilia Stormbringer.
Il romanzo si espandeva ogni volta che Bellavia giocava al gioco, poiché l’IA aggiungeva nuovi colpi di scena alla sua avventura. Un contributo che viene così accreditato sul frontespizio del romanzo:
“Diretto da Emily Bellavia, scritto da ‘Dragon,’ un’intelligenza artificiale derivata dall’algoritmo GPT-3, sviluppato da Latitude, i creatori di AI Dungeon”.
Un’attribuzione unica nel suo genere.
“Le persone hanno il diritto di fare tutto ciò che vogliono con le loro storie”, ha risposto Walton alla domanda sui diritti d’autore. “Se giochi a un’avventura che pensi sia davvero fantastica e vuoi pubblicarla come un libro o fare un video animato e metterlo su YouTube e guadagnare soldi, va benissimo. Ma non puoi farlo con le storie di altre persone a meno che tu non ottenga il loro permesso”.
Con questa regola, Walton attribuisce la proprietà della storia al giocatore che ha guidato l’avventura su AI Dungeon. Chiunque pubblichi l’avventura di un altro giocatore senza il suo permesso violerebbe questa regola.
Il modello OpenAI
Il videogioco basato su testo ha esordito nel dicembre 2019, quando utilizzava il modello linguistico GPT-2 come motore di narrazione, un generatore di testo sviluppato da OpenAI con una straordinaria capacità di imitare la scrittura umana prevedendo ciò che viene dopo in un dato campione di scrittura.
Walton ha condiviso gratuitamente il suo codice attraverso la rete di server cloud di Google e nonostante gli ostacoli di programmazione richiesti per giocare, AI Dungeon è decollato immediatamente online. Walton ha detto che 100.000 persone hanno giocato al gioco nella prima settimana, così ha rapidamente creato una pagina Patreon per finanziare una versione app e allo stesso tempo ha co-fondato una società di giochi chiamata Latitude per supportare lo sviluppo di AI Dungeon. Prima della pandemia, Latitude è stata in grado di raccogliere 750.000 dollari e assumere i suoi primi dipendenti.
A giugno, OpenAI ha annunciato la creazione di GPT-3, la terza generazione del suo modello di linguaggio AI. La società ha affermato di aver addestrato GPT-3 con una vasta selezione di set di dati, incluso il corpus Common Crawl (circa un trilione di parole raccolte in otto anni di ricerche web), due collezioni di libri basati su Internet (OpenAI non ha specificato quali libri includano) e la versione in lingua inglese di Wikipedia.
“C’è notevolmente più coerenza ora rispetto alla precedente versione, e una memoria molto più grande”, ha detto Janelle Shane, che ha osservato come gli utenti ora possono creare prompt più lunghi e generare quiz sulla personalità più elaborati. Tuttavia, non pensa che GPT-3 abbia la capacità di sostituire gli scrittori umani. “Le migliori applicazioni saranno quelle modificate e supervisionate dall’uomo. Non tutte le risposte sono interessanti o utili e alcune sono decisamente offensive”.
Walton e Latitude hanno avuto accesso anticipato a GPT-3 e la società di giochi ha iniziato a testare il nuovo modello con i giocatori di AI Dungeon. “Abbiamo visto questo enorme aumento della qualità, e i nostri utenti hanno potuto distinguere molto chiaramente il passaggio a GPT-3”. Ora i giocatori possono pagare 10 dollari al mese per giocare con il nuovo modello, che Latitude chiama la versione Dragon del gioco.
“I videogiochi stanno ricominciando dall’inizio”, ha detto Walton, che vede le avventure testuali generate dall’intelligenza artificiale come l’inizio di una nuova era. “Negli anni ’70 abbiamo avuto i nostri primi giochi di avventura testuali, poi siamo passati lentamente ai giochi 2-D come King’s Quest , e poi ai giochi 3-D come Skyrim. Penso che andremo molto più velocemente di quanto abbiamo fatto la prima volta.
“L’intelligenza artificiale è in grado di immaginare personaggi dinamici con personalità ricche che reagiscono in modi incredibilmente realistici. Questa capacità ti fa chiedere quanto saranno coinvolgenti e potenti questo tipo di giochi tra 5-10 anni. In Latitude, come pionieri in questa rivoluzione, ci impegniamo a realizzare la nostra visione di giochi in cui non sei vincolato dalle opzioni limitate che lo sviluppatore ha scritto per te. AI Dungeon non raggiunge ancora del tutto questi obiettivi, ma ci stiamo avvicinando e speriamo di ispirare gli altri a seguirci nel raggiungimento di questo sogno”.
Avventurarsi in AI Dungeon
Come nelle più classiche delle avventure testuali si utilizzano i comandi DO/SAY per dirigere l’azione nella storia, ma si può anche essere più creativi scrivendo frasi articolate e impostando il contesto di cui il modello linguistico terrà traccia per generare le risposte. Il limite degli input è di 1000 caratteri, e bisogna tener conto che l’IA è in continuo apprendimento dunque le risposte non sempre appariranno coerenti, se si notano delle stranezze il comando ALTER aiuta i giocatori a riportare la storia in carreggiata.
Bisogna inoltre ricordarsi di utilizzare la seconda persona singolare, per descrivere il personaggio giocatore e le sue azioni, soprattutto quando si sceglie di impostare un genere personalizzato in alternativa a quelli proposti dal Dungeon. Parliamo ovviamente di lingua inglese, ad esempio: YOU are a knight (…) YOU are hunting the evil dragon (…) YOU enter the forest, etc.
Un modalità molto più semplice di giocare è scegliendo le proprie azioni tra quelle presenti in un elenco generato dalla stessa IA, in maniera tale da non dover digitare né gli input né pensare a cosa fare dopo, godersi così soltanto l’avventura.
Per vedere IA Dungeon in azione, uno streamer di Twitch di nome Wayne Radio TV ha recentemente trasmesso una lunga diretta della sua storia basata su testo.
Non sono un’amante di questo genere di video, ma dopo averlo osservato e dopo aver esplorato l’universo di AI Dungeon mi chiedo, e vi chiedo, un giocatore che termina la sua avventura può essere considerato ancora un semplice fruitore? E gli scrittori, come quelli citati nell’articolo si PW, che demandano all’intelligenza artificiale la generazione del testo delineando soltanto personaggi, ambientazioni e contesti, possono essere ancora considerati autori delle loro storie?
Non ci troveremmo forse di fronte a un vero e proprio cortocircuito, se modelli come quelli di OpenAI prendessero piede?