Come cambiano i processi cognitivi e creativi quando la penna e la carta vengono sostituite dalle piattaforme digitali?
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Per rispondere a questa domanda l’artista camerunense Bili Bidjocka ha realizzato il progetto Ecriture Infinie: otto gianteschi libri ispirati al design delle rinomate agende Moleskine, quindi, dalle pagine completamente vuote; vuote e silenziose, come piace definirle all’artista.
Su queste istallazioni, che dal 2006 stanno facendo praticamente il giro del mondo, tra conferenze, festival e musei, le persone di ogni luogo sono invitate a lasciare traccia, scrivendo con penna o matita i loro pensieri, come se fosse l’ultima cosa che dovessero scrivere in vita loro.
“L’attenzione non è tanto sulle parole, ma sul gesto”.
Ecriture Infinie, infatti, intende celebrare la scrittura a mano, proprio mentre attraversiamo mutamenti epocali nel nostro modo di comunicare.
Per generazioni, uomini e donne hanno messo nero su bianco per diffondere le idee […] E adesso? La scrittura è ancora necessaria? Qualcuno dice che, mentre è sempre meno un compito di routine, la scrittura a mano si è trasformata in una fonte di svago, ribadendo la sua magia, le origini artistiche e sacre.
La sensazione di tenere una penna saldamente in mano, l’odore della carta, l’inchiostro che macchia le dita, voltare pagina, è ancora per molti una sensazione bellissima.
E’ questa sensazione che che Bidjocka vorrebbe registrare sui suoi libri. Quando ognuno di questi sarà completato, verrà sigillato e nascosto in un luogo segreto, come in una capsula del tempo. “Saranno le persone che troveranno i libri tra migliaia di anni, in grado di decifrarli?”
Chiunque volesse partecipare al progetto può recarsi a Mantova al Festivaletterature entro il prossimo 11 settembre, quando farà la sua comparsa l’ottavo dei libri di Ecriture Infinie. In alternativa potete inviare al sito del progetto immagini o video che testimoniano il vostro modo di scrivere a mano.