Scrivere per i dispositivi mobili: l’ascesa del micro-racconto

Si parla tanto delle opportunità offerte agli scrittori dalla rivoluzione digitale, queste però si inseriscono in un contesto di continuo cambiamento e altamente competitivo, per ottenere vendite e lettori. Ma se c’è un ambito in cui le opportunità si offrono senza riserve è quello della scrittura breve.

La brevità nel digitale sta diventando un formato sempre più popolare per la scrittura storicamente esclusa dall’economia dell’editoria cartacea. Ora pezzi la cui naturale lunghezza (in genere 5.000-30.000 parole), significava che non avrebbero visto la luce, se non in raccolte di racconti o saggi, hanno trovato la loro dimensione.

Assistiamo se non proprio ad un boom, quanto meno ad un notevole incremento di siti e portali pensati per offrire questo genere di prodotti. Storie lampo, ideali per la lettura su smartphone e tablet mentre ci si sposta da un luogo all’altro; applicazioni la pubblicazione e condivisione di racconti con un Tap; piattaforme per la scrittura collettiva (sì, ma senza superare le 20 righe).

Sì tratta certamente di spazi in cui si aprono nuove possibilità per aspiranti scrittori, ma non è alla promozione che è dedicato il post, piuttosto voglio darvi qualche consiglio per affinare le vostre tecniche di scrittura – breve – così da consentirvi di sfruttarli al meglio emergendo dalla competizione.

Come si scrive un racconto breve?

La risposta arriva dal sito Ilmiolibro.it, che in vista del lancio della sezione dedicata alle battaglie letterarie tra autori proprio di storie brevi, pubblica una guida in cui risalta un passaggio fondamentale:

Non descriverete le emozioni, lo stato d’animo, la condizione psicologica dei vostri personaggi attraverso l’uso di espressioni banali come “era povero e triste”, “soffriva atrocemente” eccetera. Materializzatele, condensatele invece in un dettaglio e riempitelo di significato. Cosa state facendo in questo modo? Niente altro che una sorta di metafora che rende il vostro racconto meno scontato: state utilizzando uno degli strumenti narrativi più efficaci, il “correlativo oggettivo”.
Attenti però. Non abusate di questo espediente e valutate attentamente quando e come ricorrervi.
L’idea in un racconto deve sollevare domande che (non) hanno bisogno sempre di risposte. Deve essere un’idea interrogativa, intessere un dialogo con il lettore. Prima di iniziare a scrivere, trovate il dettaglio, visualizzate il racconto prima di dargli una forma scritta. Come la poesia, il racconto richiede disciplina e rigore. Non abbiate fretta. Se di solito è cattiva consigliera, di certo è una pessima scrittrice. Il tempo è lo scrittore migliore al punto che deve diventare il vostro scrittore preferito.

Si possono quindi riassumere così le regole per scrivere storie brevi:

1) prima di scrivere un racconto, cercate quel dettaglio che avvia la storia il più vicino possibile al punto di svolta o al suo punto culminante.

2) la prima frase è di fondamentale importanza, deve arrivare con uno slancio di energia. Il lettore non deve essere in grado di smettere di leggere.

Certo, a parole sembra facile ma davanti al foglio bianco…

Quale miglior metodo di imparare se non affidarsi ai consigli di autori che hanno saputo scrivere racconti memorabili? Scaricate la mini-dispensa alla scrittura breve di Storia Continua (visto il tema, non poteva che essere mini) e fatemi sapere se vi è stata utile per pubblicare i vostri racconti, perché solo conoscendo le basi si può provare a proporre nuove formule.

Generi di narrativa breve con cui cimentarsi nel digitale

L’idea è che il racconto breve diventi un mezzo per ottenere un feedback immediato dal pubblico, che si sentirà meno scoraggiato dalla prospettiva di leggere l’intero libro di uno sconosciuto; a patto, però, che la brevità vada di pari passo con la sperimentazione. Infatti, proprio l’immediatezza della comunicazione tramite dispositivi mobili ha dato vita a formule di narrazione che hanno fatto saltare gli schemi della classiche trame.

Ecco, allora, alcuni generi di narrativa breve con cui ogni scrittore dovrebbe cimentarsi se vuole emergere in quest’era digitale.

Flash Fiction

Della Flash Fiction fanno parte i racconti tra le 50 e le 2.000 parole (alcune definizioni impostano il limite anche fino ad un massimo di 1.000 parole).
Chi si è già cimentato nella scrittura di questo genere sa quanto lavoro creativo sia necessario per produrre un testo così breve, che valga comunque la pena di essere letto. È necessario andare dritti all’essenza della storia per farla funzionare; affinare la capacità di sapere cosa approfondire e cosa, invece, lasciare fuori dalla trama per rimanere entro il limite prestabilito di battute.
Niente sviluppa la creatività e la qualità della propria scrittura quanto il dover essere rigidi sulla scelta delle parole da utilizzare. La brevità ti spinge continuamente a chiederti: è questo il modo migliore che ho per raccontare questa storia?

Per approfondire: esercizi di “Flash Fiction”, per imparare a scrivere breve.

Twitteratura

Sotto questa definizione in realtà si raccolgono i più disparati generi, aforisma, poesia, riscritture, giochi linguistici, frammentismo… Insomma, su Twitter, la lunga tradizione della scrittura breve ha trovato il luogo ideale per diffondersi. Ma qui in particolare ci occupiamo di narrativa in 140 caratteri, cioè di quei racconti che per Twitter sono stati ideati e strutturati. Nell’ebook “Genesi della Twitteratura”, della serie Guide alla Letteratura 2.0, potrete trovare degli esempi illuminanti di come, non soltanto la scelta delle parole, ma gli stessi codici della piattaforma abbiano dato forma a racconti coinvolgenti e in continuo divenire.

Per approfondire: Algebra di Twitter, la creatività dentro le regole.

PoetryBot

I Bot sono dei software in grado di generare testi automaticamente, estrapolando i contenuti da set di dati (contenuti generati dagli utenti, dizionari, archivi) secondo precise formule o rispondendo a specifiche condizioni. Di recente sono diventati molto popolari, specie su Messenger e Twitter, perché consentono di automatizzare alcuni processi (ad esempio, nel customer care) e di testate il modo in cui gli utenti interagiscono con le intelligenze artificiali.
Ok, che c’entra tutto questo con la creatività e la scrittura? Moltissimo, dal momento che gli scrittori stanno diventando determinanti nello sviluppo di queste tecnologie, che si fondano soprattutto sullo studio del linguaggio.
Come sostiene Oscar Schwarz, un bot in grado di creare testi come un essere umano ci stimola a riflettere sull’essenza stessa della natura umana.

Per approfondire: la poetica dei Twitterbot.

Chat story

Sapreste scrivere una storia di soli dialoghi? Man mano che le narrazioni si adattano al mezzo attraverso cui vengono diffuse e lette sembrano ridursi all’essenziale. Attraverso gli smartphone principalmente conversiamo scambiandoci brevi messaggi di testo e le Chat-story non sono che una rappresentazione di tali scambi: solo alle parole dei personaggi è demandato il compito di ricostruire il contesto e i retroscena della trama principale. Un esercizio di stile non nuovo se pensiamo alle “Brevi interviste” di D. F. Wallace, ma cimentarvisi oggi vuol dire, oltre a sperimentare, mettere soprattutto in mostra la propria capacità di osservare la realtà.

Come sempre vi invito a lasciare i vostri commenti: vi piacciono i racconti brevi? Vi siete cimentati con qualcuno di questi generi? Vi fa schifo l’idea di un programma che scrive racconti?
A voi la parola.

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3 risposte

  1. Ottimo lavoro, hai molti articoli interessanti. Scrivo seriale da molto prima che diventasse una moda, sono al mio quarto romanzo due dei quali pubblicati in autoproduzione, prima scrivevo in versi su cartoline che davo al pubblico della strada quando andavo a suonare come buskers. Trovo interessanti queste vostre analisi. Continuate così.

  2. Il microracconto non deve essere recintato da regole, perché quando un orto è troppo piccolo non ci si mangia. Perché non si dovrebbero descrivere i sentimenti di un personaggio, se la storia riguarda il suo stato d’animo?
    L’uomo aveva deciso di acquattarsi per tendersi un agguato. Gli stava sulle palle l’alterigia con la quale la sua coscienza continuamente bocciava le sue scelte di vita, e aveva deciso di farla finita coi complimenti che, da quando si masturbava, le faceva: la mia coscienza è la mia guida, la mia maestra, il mio mentore, la mia consigliera, non posso sfuggirle… in quel momento non gli venivano in mente altri complimenti perché la detestava con tutta l’anima, anzi, in tutta coscienza la odiava proprio…

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