Credo fermamente nella natura collaborativa del Web, anzi, credo che l’essenza della sua creatività si esprima soprattutto nella possibilità che è data a chiunque di intervenire direttamente sui contenuti per crearne di nuovi, attraverso il commento, la rielaborazione e il remix. Ma quali sono le implicazioni in materia di diritto d’autore di questo tipo di pratiche?
A rispondere è l’avvocato Simone Aliprandi, fondatore del progetto Copyleft-italia.it e autore di numerose guide al diritto d’autore. In un lungo articolo intitolato appunto “Il copyright nel mondo digitale”, spiega quali sono le norme che regolamentano l’utilizzo di opere altrui e come evitare di incappare in gravi violazioni.
Ve ne ripropongo alcuni passaggi:
“Con buona pace delle più fantasiose leggende metropolitane che vorrebbero Internet come terra dell’anarchia anche in questo campo, il diritto d’autore esiste anche sui contenuti digitali e diffusi tramite Internet e funziona con gli stessi meccanismi del “vecchio mondo” delle copie fisiche”.
Questi meccanismi sono regolamentati dalla legge 633 del 1941 (poi aggiornata durante negli anni ’90) la quale stabilisce che un “autore acquisisce i diritti di tutela sulla propria opera con la semplice creazione dell’opera stessa”.
Tra questi diritti rientrano quelli di utilizzazione economica:
“Essi sono definiti dagli articoli da 12 a 19 delle legge 633/1941 e sono il diritto esclusivo di riprodurre l’opera, di trascrivere l’opera, di eseguire, rappresentare, recitare in pubblico l’opera, di comunicare al pubblico l’opera, di distribuire e mettere a disposizione del pubblico l’opera, di tradurre, rielaborare e riadattare ad altri contesti l’opera, di noleggiare e dare in prestito l’opera”.
I diritti relativi all’aspetto morale e reputazionale:
“i cosiddetti diritti morali d’autore (articoli 20 e seguenti della legge 633/1941), come appunto il diritto di rivendicare la paternità dell’opera e di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione o altra modificazione, e a ogni atto a danno dell’opera stessa, che possano essere di pregiudizio all’onore o alla reputazione dell’autore”.
Esistono però anche delle eccezioni al diritto d’autore:
– in contesti che non possono creare un concreto danno agli interessi commerciali dei titolari dei diritti (Fair use);
– se le opere dell’ingegno sono fin dall’origine prive di tutela (Pubblico dominio);
– se lo stesso titolare dei diritti, attraverso l’applicazione di apposite licenze, stabilisce diverse gradazioni di libertà e condizioni d’uso per la sua opera (Creative Commons).
Buone pratiche nella creazione di opere derivate
Sulla base dei principi sinteticamente illustrati fin qui, è possibile costruire un workflow basato su quesiti e risposte che guidano verso un comportamento ottimale da parte di chi voglia riutilizzare un’opera dell’ingegno creata da terzi.
In breve: “l’utente che genericamente naviga su Internet in cerca di un’opera creativa da riutilizzare” (vedi gli autori di Fanfiction) “deve di volta in volta non solo interrogarsi su quali siano le norme giuridiche che regolamentano i diritti su quell’opera, ma anche, nel caso essa si trovi su una particolare piattaforma, verificare i relativi termini d’uso”.