Quintadicopertina, le polistorie e i principi della semantica digitale

Nel 2010, in contemporanea alla nascita di questo blog, la casa editrice digitale Quintadicopertina lanciava sul mercato le Polistorie, una collana di romanzi interattivi e multitrama. Sebbene, all’epoca, l’idea dietro Storiacontinua fosse ben diversa dal tentare di diventare un punto di riferimento per scrittori dell’era digitale, la prima cosa che feci fu intervistare le menti dietro le Polistorie, perché insomma c’era (e c’è) qualcosa di affascinante nella capacità di creare narrazioni così complesse.

A sei anni di distanza da quella (e-)intervista, ho finalmente potuto incontrare Fabrizio Venerandi e Maria Cecilia Averame di persona, grazie al Master di Quintadicopertina in Ebook Design & Digital Marketing, che si è tenuto a Torino.

Vi assicuro che sentirli parlare dal vivo di interattività, percorsi li lettura personalizzati, atomi di testo, è stato entusiasmante, perché le loro lezioni lasciano intravedere cosa davvero potrebbe essere la narrativa digitale e come i nuovi scrittori potrebbero iniziare a progettare un testo, al di là dei limiti dei formati e dei supporti per la lettura.

Parliamo di semantica, di creare relazioni tra le parole e il loro significato, per formalizzare delle porzioni di testo affinché svolgano una precisa funzione.

Semantica Digitale
via Tipografia Digitale

“Fin da piccoli ci è stato insegnato a riconoscere le formalizzazioni grafiche e dargli un significato semantico. Vediamo una frase in grassetto e sappiamo che contiene delle informazioni che l’autore vuole mettere in rilievo. Vediamo un corsivo e sappiamo che la frase potrà avere un certo tipo di significato. E così via.

“Perché siamo costretti a usare questi artifici grafici? Perché la carta non può contenere altre informazioni oltre a quelle che si vedono fisicamente sul foglio. Non possiamo dire al foglio che una frase è un titolo di un capitolo, se non dandogli un aspetto grafico che – per consuetudine – il lettore (non il libro) interpreterà come titolo.

(…) il computer invece può contenere altre informazioni oltre a quelle che il lettore vede. Possiamo dire al computer che una certa frase è un titolo di un capitolo, senza essere costretti a usare questa o quella grafica.

“Diciamo al computer che quella frase è un titolo: il computer si prenderà cura di dargli anche l’aspetto grafico di un titolo. Ma potrà usare l’informazione che gli abbiamo dato per fare anche altre cose. Ad esempio: il sommario. Più informazioni diamo al computer sul significato delle cose che stiamo facendo, più cose il computer (e quindi noi) potremmo fare con quelle informazioni (…) facilitando la scelta del percorso del lettore alla ricerca dei testi e dei materiali correlati al singolo documento”.

Scrivere digitale significa, quindi, informare un testo su quello che è e su come deve comportarsi nei diversi posti dove potrebbe essere letto.

ScrivereDigitale

Spesso invece si pensa che creare la versione digitale di un libro significhi riuscire a integrare il testo con immagini, suoni o video. Insomma, aggiungere ulteriori contenuti quando in realtà ci sarebbe bisogno di aggiungere significato.

Per offrire un esperienza di lettura che si discosti concretamente da quella offerta dai libri stampati, un ebook dovrebbe essere strutturato in modo da agevolare il lettore guidandolo nell’accesso, nella comprensione e nell’approfondimento del testo in pochi clic.

Questo può avvenire sfruttando proprio le caratteristiche specifiche dell’epub. Il formato standard per gli ebook è già di per sé un aggregato di file differenti:

– file di configurazione in formato XML

– fogli stile in formato CSS

– il contenuto vero e proprio in formato XHTML 1.1

XML è un sistema di marcatura di testi. In pratica, banalizzando, si inseriscono all’interno di un testo puro delle etichette (dette anche tag) che marcano le varie parti di testo attribuendogli in questo modo un significato. Per testo puro intendo un testo privo di alcuna formattazione: saranno le etichette che applicheremo al testo che saranno anche utilizzate per attribuire una formattazione, tramite i fogli CSS.

XHTML è un sistema per marcare un testo seguendo le indicazioni di HTML all’interno di una struttura XML. Detto più semplicemente, si lavora su un documento di puro testo, marcando le diverse parti che compongono il testo con gli stessi tag che si utilizzano per creare pagine web”.

Porre al centro del proprio lavoro di scrittura il contenuto, opportunamente taggato, secondo Venerandi, svincolerebbe gli autori (e i loro editori) dal rincorrere i cambiamenti che si susseguono con grande rapidità nel mondo delle tecnologie digitali.

“Pensateci, un libro, un long seller almeno, è pensato per avere un ciclo di vita relativamente lungo. Noi oggi leggiamo abitualmente romanzi scritti cinque, dieci, venti anni fa. È normale. Difficile pensare la stessa cosa di una applicazione, dopo vent’anni un software è un cavallo morto. L’ebook potrebbe essere invece un punto di raccordo tra i due mondi, codice che gestisce informazioni e narrazione e che perdura nel tempo come un libro. ePub potrebbe avere questo compito, non ce la farebbe la App, ancora meno ce la farebbero le web app”.

Migliorare l’esperienza di lettura degli ebook con le marcature semantiche

Un linguaggio che permette di etichettare i contenuti di un testo per meglio descriverne funzioni e significati rende in grado un’applicazione di lettura di elaborare le varie informazioni, estraendo quelle necessarie all’occorrenza, senza incorrere in errori d’interpretazione.

“Diciamo – ad esempio – che Romolo Augusto viene detronizzato del 476 dopo cristo. Possiamo scriverlo e stamparlo. Ma quella frase contiene al suo interno dei dati (un personaggio, una data e un avvenimento).
Queste cose le sappiamo noi che leggiamo la frase, ma non le sa lui, il computer. Perché non sono formalizzate, appunto.
Creare metadati viventi all’interno dell’ebook significa proprio formalizzare questi dati e fare cose con i dati che via via vengono formalizzati”
.

Cos’è possibile fare grazie alle marcature semantiche?

– seguire le azioni di un certo personaggio;

– tenere traccia degli gli eventi della storia;

– dei luoghi in cui si svolge;

– creare più punti di accesso ad una stessa trama;

Quindi, scrivere un ebook interattivo non significa necessariamente prevedere che parta la riproduzione del suono del vento durante la scena di una tempesta, ma dare la possibilità ai lettori di interrogare il testo a seconda delle proprie esigenze.

Eccovi una breve dimostrazione.

Epub Editor è un’applicazione per creare ePub3. Realizzata da Francesco Leonetti in collaborazione con Quintadicopertina, nella sua ultima versione dispone di un tool per l’inserimento automatico delle marcature semantiche all’interno del testo. Uno dei migliori editor per ebook attualmente reperibili online.

Dai microdati alla “conversevolezza” della scrittura digitale

Sul concetto di “conversevolezza” della scrittura si è soffermata Luisa Carrada in un articolo su Il Mestiere di Scrivere:
“Leggere non è naturale, parlare e vedere invece sì, ed ecco perché i testi naturali – i testi in cui ci sembra di ascoltare una voce che ci parla – sono altamente leggibili, anche se parlano di temi difficilissimi o dei massimi sistemi”.

A sostegno della sua tesi chiama anche Steven Pinker, professore di psicologia del linguaggio ad Harvard, che nel suo libro “The Sense of Style”, dichiara: la buona scrittura rende l’azione innaturale di leggere molto simile alle due azioni più naturali che conosciamo: parlare e vedere.

Ora possiamo affermare che, quando la scrittura diventa digitale, la conversevolezza non si limita più soltanto al suono delle parole, diventa anche la possibilità di poter interagire con un testo, così come faremmo con un nostro interlocutore.

Pensateci, lo facciamo tutti i giorni tramite i motori di ricerca: interroghiamo Google, Yahoo o Bing, che ci restituiscono un elenco di contenuti pertinenti alla nostra richiesta. I migliori sono, poi, quelli in grado di risponderci senza nemmeno la necessità di leggerli per intero; se ben strutturati, grazie a titoli, corsivi e grassetti, possiamo estrapolare i passaggi che davvero ci interessano ad una prima occhiata. Perché ciò avvenga, un contenuto digitale – una pagina web, un ebook – deve essere arricchito semanticamente, abbiamo visto, tramite Microdati.

knowledge-graph

Su Schema.org si possono rintracciare quelli più utilizzati per il markup semantico delle opere creative, tra cui:

i markup specifici per i Libri (definiscono edizione, formato, isbn, numero di pagine)

Persone (in vita, morte, non morte, e personaggi inventati connessi alle opere creative)

Luoghi (anche questi possono essere reali o inventati)

Un elenco completo è disponibile sul sito ufficiale.

L’effetto più tangibile delle marcature semantiche delle pagine web si possono riscontrare proprio nei risultati di ricerca di Google integrati con caroselli di immagini, grafi, valutazioni e recensioni. Ma adesso che i microdati sono rientrati anche nelle specifiche di ePub3, staremo a vedere quali saranno gli sviluppi.

Per approfondire: La potenza dei microdati via Html.it, e come creare rich snippet per un libro.

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