D’accordo gli Appbook non hanno avuto un grande riscontro di pubblico, ma ci sono storie per cui il classico libro, o perfino un ebook, non è più sufficiente.
Un’analogia può essere fatta con il cinema: c’è voluto del tempo prima che i registi si rendessero conto che, sfruttando le nuove possibilità offerte dalla tecnologia – taglio, modifica, primi piani, illuminazione e così via – avrebbero potuto creare una nuova forma d’arte, che non sostituisse il teatro, ma facesse le cose che in teatro non si potevano fare. Il potere della programmazione se correttamente inteso e utilizzato può fare lo stesso.
Ci ha provato lo scrittore Iain Pears con il romanzo “Arcadia”, pensato e scritto per diventare un’applicazione per iOS:
“Ho sempre scritto romanzi strutturalmente complessi: “An Instance of the Fingerpost”, in cui ho raccontato la stessa storia quattro volte da diversi punti di vista; “The Dream of Scipio”, tre storie interlacciate; “Stone’s Fall”, sempre tre storie, però raccontate a ritroso. Funzionavano, ma tutti richiedevano ai lettori uno sforzo nel ricordare dettagli spesso inseriti in centinaia di pagine prima, o per saltare in avanti di secoli ad intervalli regolari. Non sorprende che, qualunque sia la struttura che ho scelto, ad alcuni non è piaciuta.
“Quando ho voluto scrivere qualcosa di ancora più complesso, ho cominciato a pensare a come rendere la vita dei miei lettori più semplice possibile bypassando le limitazioni della classica struttura lineare. Una volta fatto questo, diventa possibile costruire una storia multi-trama (10 in questo caso) in cui ogni narrazione è completa, ma è arricchita quando si mescola a tutte le altre; perché offre ai lettori la possibilità di strutturare il libro come meglio li soddisfa. Per dirla in altro modo, diventa abbastanza semplice (in teoria) creare una narrazione di gran lunga più complessa che in un libro ortodosso e, allo stesso tempo, molto più semplice da leggere.
“Quindi, il lettore può iniziare con il personaggio di Enrico Lytten, un accademico, e seguirlo mentre si prende del tempo libero per scrivere una storia sulla cattura di una possibile spia; nel frattempo, passare alla storia di Jay, uno dei suoi personaggi, e l’ordine di lettura determina se le azioni di Jay sono causate dalla scrittura di Lytten, o viceversa. Oppure, il lettore può seguire Rosie, che si occupa del gatto Lytten finché non incontra Jay. O forse Angela, un personaggio minore per gran parte della storia di Lytten, che Rosie incontra e contemporaneamente non incontra mai. I personaggi minori possono diventare quelli principali se si vuole, e i personaggi centrali diventare astanti altrettanto facilmente.
Mantenere il controllo di tutte queste trame è stato difficile e ha richiesto una rigida disciplina, soprattutto nel loro passaggio al software, è stato fondamentale mantenere la tecnologia al servizio della storia; l’applicazione è stata concepita per aiutare l’attività di lettura, non per sorprendere il lettore.
“Così, mentre la storia si evolveva ho disegnato la app che, a sua volta, ha influenzato la storia, anche se ho deciso di essere piuttosto conservatore: ha una grafica minimale, senza musica e senza animazioni, il lettore non sceglie i risultati o influenza le decisioni, non ci sono premi o livelli, si legge il testo e l’evolversi delle storie dipende da quanto si legge, da dove si inizia, se avete letto passo per passo, o saltato da un personaggio all’altro.
“Le richieste di spostamento da un punto di vista all’altro e poi in mondi diversi, ha richiesto diversi modi di scrivere, le scene sono diventate più episodiche e simili a vignette; soprattutto ho scoperto che la storia era più semplice se strutturata visivamente, trame intere sono state ampliate o anche semplicemente cancellate per creare una forma più piacevole nel programma di scrittura che stavo usando. Ancora non ho capito come, ma più soddisfacente è l’aspetto, tanto più migliora la lettura”.
Fonte: Theguardian.com