Lo scorso 21 aprile Google ha ufficialmente introdotto tra i fattori di posizionamento all’interno del suo motore di ricerca la compatibilità dei siti web con i dispositivi mobili. Per farla semplice, siti non ottimizzati per la lettura su tablet e smartphone non appariranno tra i risultati di ricerca (non certo tra le prime posizioni). L’obiettivo è quello di rispondere alle domande degli utenti con contenuti della stessa qualità, indipendentemente dal dispositivo utilizzato per le ricerche.
La modifica dell’algoritmo avrà un impatto sulla visibilità di molti siti e dovrebbe far accendere una spia anche in voi bravi scrittori dell’era digitale.
Ben l’80% delle ricerche avviene tramite smartphone. Essere tagliati fuori significa, in pratica, non esistere. Ecco perché anche gli scrittori dovrebbero preoccuparsi del cosiddetto Mobilegeddon.
Adattare il proprio sito web o blog ai nuovi dispositivi digitali non è poi così difficile, anzi, esistono piattaforme di blogging già ottimizzate, Plug-in che consentono la modifica con pochi clic e Temi Responsive, ossia, che si adattano automaticamente a qualsiasi tipo di schermo.
Attenzione, però, implementare un design responsive non risolve tutte le problematiche circa l’accessibilità dei contenuti in mobilità.
E’ ormai provato che la comprensione di un testo si riduce notevolmente quando la lettura avviene su schermi di piccole dimensioni. Questo perché il contesto all’interno del quale si inserisce un articolo o un post è meno percepibile, a differenza di quanto avviene su desk.
Gli utenti devono spostarsi all’interno della pagina, utilizzando lo scorrimento, i tasti back-to-top o i menù ad hamburger, per fare riferimento ad altre parti del contenuto. Meno contesto significa anche meno comprensione e di conseguenza un maggiore sforzo di memoria ed attenzione da parte dei lettori che, invece, si dimostrano molto più propensi ad abbandonare un sito se non si trovano immediatamente davanti ciò di cui hanno bisogno.
Non aiuta il fatto che si producano cellulari con schermi più grandi, piuttosto bisogna trovare il modo di incentivare i lettori a scorrere le pagine. Cioè, quando create un nuovo capitolo/racconto/articolo/editoriale, chiedetevi se vale la pena farlo apparire nell’area definita “above the fold” o se invece è bene lasciare che scorra verso il basso.
In un suo illuminate articolo, Jakob Nielsen, ci offre due possibili soluzioni:
1) Tagliare la fuffa. In particolare, ogni forma di verbosità.
2) Indirizzare ai contenuti di approfondimento solo gli utenti che manifestano un esplicito interesse per l’argomento.
Ma soprattutto, ascoltate questa massima:
“Quando si scrive per gli utenti mobile, nel dubbio, tagliate”.
Voi lo fate già? O comincerete da adesso a pensare alla vostra scrittura in modo differente?
In attesa dei vostri commenti, vi lascio alle linee guida di Google per creare un sito mobile-friendly.