La piattaforma per la lettura di libri arricchiti, Editions at Play, sviluppata da Visual Editions in collaborazione con Google, è online da poche settimane e ha già attirato critiche feroci.
“Ogni paio di anni qualche outsider si presenta con la brillante idea di reinventare gli ebook”, scrive The Digital Reader.
L’idea di Editions at Play è quella di proporre libri che non possono essere letti senza Internet, ma a parte i “pochi fronzoli resi possibili da HTML5 e altri Web Tech, non c’è niente che non poteva essere fatto con Epub. Inoltre, questo libro del futuro di Google è dotato di un importante avvertimento: non funziona su tutti i dispositivi”.
La risposta che è arrivata da Google, in particolare dallo sviluppatore Tom Uglow, è degna di nota, non perché difende il progetto, anzi, ne sottolinea ancora di più il carattere sperimentale, chiedendoci uno sforzo di immaginazione:
“Perché dovremmo preoccuparci di rompere qualcosa che funziona così bene? Perché qualcuno dovrebbe voler fare libri che non dureranno e non possono essere letti quando Internet va giù?
“La letteratura ha avuto centinaia di anni per sviluppare il valore e il concetto di eccellenza. Comprendo quanto sia difficile per qualsiasi creativo scartare i secoli di sperimentazione che ci hanno dato un modello di bellezza. Ma la stagnazione non è qualcosa a cui gli esseri umani aspirano. Siamo curiosi e non possiamo fare a meno di chiederci come potrebbe essere un libro con un cuore pulsante di informazioni digitali.
“Vorrei chiedere agli scrittori di dimenticare ciò che è vero e mettere in discussione le loro idee di base, per creare mondi che possono essere sperimentati solo attraverso le parole oltre la pagina. Sono ottimista sul fatto che la letteratura di prossima generazione sarà legata al cloud, non più alla pagina, né ai pixel. Potrebbe sembrare goffo il tentativo di piegare le nuove tecnologie al volere dei narratori, ma se non iniziamo l’attesa può essere senza fine.
“E’ difficile promettere esattamente ciò che questo significherà o come potrebbe essere, ma, beh, ecco qui:
– libri che ti seguono in giro per il web, utilizzando i cookie, in modo che sia possibile passare dalle pagine ad un sito web senza perdere il punto in cui si è interrotta la lettura;
– libri incorporati nella mappe, o mappe costruite intorno ai libri;
– libri con contenuti aggiuntivi, personaggi, note, interi altri libri, accessibili direttamente da singole pagine;
– secondi schermi per mostrare il contenuto non testuale, immagini, note sui personaggi, mappe, video, o musica, che si attivano in giro per la casa non appena si raggiunge un particolare passaggio del libro;
– libri che riguardano i contenuti o i dati personali del lettore, in modo da utilizzare il tempo, il clima, l’umore, l’ubicazione, per creare storie dinamiche;
– singoli contenuti che devono essere raccolti o condivisi dai lettori per ricostruire l’intera trama.
– libri che si adattano alle scelte dei lettori, aggiornandosi in tempo reale;
– libri che possono creare e incorporare indizi (foto, documenti, registrazioni) per rivelare come la storia si dipana.
– libri che vengono rilasciati a cadenza settimanale o mensile, sincronizzati al calendario personale del lettore;
– storie che vengono realizzate tramite le registrazioni street-View dei prossimi 20 o 100 anni e permettono letteralmente di andare in giro nello spazio e nel tempo;
– libri che invitano a discutere la trama e quindi si sviluppano in base alla risposta emotiva del lettore”.
Starete pensando che Uglow è un pazzo visionario, ma… Insomma, parliamo di Google, una delle società che ha contribuito a rivoluzionare il nostro modo di vivere negli ultimi vent’anni; perché dovrebbero sbagliarsi proprio su ciò che i libri potrebbero diventare nel futuro?
Ed in effetti, l’analisi prosegue lucida:
“Il pericolo del concentrarsi sui benefici sociali e commerciali della digitalizzazione è che ci si dimentichi che uno dei piaceri più semplici della lettura è la possibilità di immergersi in molti mondi contemporaneamente, per viaggiare nel tempo e al di fuori del nostro corpo. Può un algoritmo interrompere il filo della trama in modo valido? L’interattività è compatibile con il coinvolgimento?
“Siamo di fronte a una serie di minacce e opportunità.
Abbiamo scoperto la possibilità di rendere i contenuti accessibili a tutti, ma abbiamo abbandonato la forma che legava il contenuto al contesto e al significato.
Abbiamo aperto una fantastica opportunità, anche per chi non era uno scrittore, di esplorare e innovare la scrittura.
Abbiamo lentamente trasformato l’arte di leggere nell’atto di interagire.
Abbiamo fatto tutto il possibile, ma eventualmente danneggiato l’integrità del coinvolgimento fisico.
“Come ho già accennato, il progresso non è lineare, e potremmo dover ancora sperimentare, rompere e scavalcare molti formati. Ma ci sarà sempre una nuova generazione di lettori a cui deve essere data un’esperienza più intensa di lettura – non una diminuita – mescolando le proprietà fisiche e digitali. I nostri esperimenti sono per loro e ci sarà anche bisogno di grandi scrittori”.
2 risposte
Non ho capito nulla. Ma, insomma, volete o no, nuovi scrittori? STORIA CONTINUA : cosa vuol dire?
Ciao Gianfranco, cosa esattamente non hai capito?