Torniamo ad occuparci di quella che è stata definita la rinascita del feuilleton in chiave 2.0, ossia, del ritorno in voga del romanzo a puntate, grazie al diffondersi dei blog d’autore. Ne parliamo con Alessandro Capriccioli, blogger sconosciuto non proprio per la sua vena letteraria, quanto per quella polemica con cui affronta tutti i giorni sul suo sito Metilparaben argomenti di politica e attualità.
Da qualche mese Alessandro ha deciso di iniziare a scrivere il suo primo romanzo, non da solo davanti al pc, ma condividendo l’esperienza direttamente con i lettori su un nuovo blog, il cui nome da il titolo all’intero romanzo, “Undicesimo: non commentare”, un giallo che inizia con il taglio di un pene e una misteriosa sequenza di numeri (vi consiglio di leggerlo).
All’autore abbiamo chiesto da dove salta fuori l’idea di passare dall’informazione ad un romanzo a puntate online?
Dalla voglia di provare qualcosa di nuovo, di misurarmi con una forma espressiva diversa dal blog. Avevo questo incipit di storia che mi girava in testa da un po’, così ho pensato che sarebbe stato interessante iniziare a scriverla e stare a guardare insieme ai lettori cosa ne sarebbe venuto fuori.
Ci parli un po’ del romanzo? Qualcuno lo ha indicato come un ritorno al feuilleton, sei d’accordo con questa definizione?
In qualche modo direi di sì: anche se in questo caso quello che sto cercando con più curiosità è l’interazione con i lettori, il modo in cui il loro contributo potrebbe modificare il corso della storia. In questo senso il giallo, che teoricamente dovrebbe essere concepito come un meccanismo saldo e rodato fin dall’inizio, è un banco di prova molto divertente.
Sai già come andrà a finire la storia di “Unidicesimo:non commentare” o tutto dipenderà dalla reazione dei lettori ad ogni nuovo capitolo?
Avevo un’idea di finale quando ho iniziato a scrivere: ora, dopo quindici capitoli, ne ho una completamente diversa, e magari cambierà ancora. Le reazioni dei lettori sono fondamentali in questo processo: dopo qualche capitolo una lettrice del mio blog mi ha mandato un messaggio della serie “sei il mio blogger preferito, ma spero davvero che questo romanzo riservi degli sviluppi più originali di quello che sembra”. Sono questi riscontri, quelli più critici, che ti inducono ad adottare delle svolte. Anche se “rischiose”.
Hai qualche progetto futuro per il tuo romanzo o considererai l’esperienza chiusa una volta scritta la parola fine?
Quanto al romanzo in sé e per sé, non ne ho idea: magari, nel caso in cui dovesse venire fuori un impianto convincente, potrebbe essere interessante provare a pubblicarlo per il pubblico che non frequenta la rete. Più in generale, sono convinto che internet offra infinite opportunità: da tempo rifletto sulla possibilità di una scrittura realmente condivisa e partecipativa. Sarebbe interessantissimo far partire qualcosa e lasciare il suo sviluppo all’elaborazione successiva da parte di centinaia di persone. Trovando le forme adatte e il modo, mi piacerebbe promuovere un’iniziativa del genere.
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