Come già accennato, ho conosciuto Roberto Secci là dove ha dato il via al suo esperimento di scrittura collettiva, su Facebook.
Il progetto Bookface, mi racconta, nasce da un inguaribile desiderio di scrivere un libro e non essendo uno scrittore, mi piaceva l’idea di chiedere l’aiuto a tante persone che come me hanno sempre desiderato trasmettere le proprie emozioni nella scrittura.
Credo che in ogni frase, in ogni pausa, ci sia una parte di noi. Scrivere per molti può essere anche l’occasione per ricordare momenti più o meno belli. Bookface nasce così, per gioco e per chi crede in una romantica era digitale.
L’espressione devo dire mi spiazza un po’. Quando ho aperto StoriaContinua, mi piaceva l’idea di dare spazio a tutte le nuove forme di scrittura nate con l’avvento dell’era digitale, ma al romanticismo non avevo mai pensato.
Roberto, invece, romantico sembra esserlo davvero e la nostra diversità in quanto a questo si accentua quando gli faccio notare che l’Ansa, riferendosi al suo progetto, afferma: “Il risultato, bisogna ammetterlo, non e’ pubblicabile se non sul social network“.
Lui, non si lascia sminuire:
“Certamente Bookface non ha l’ambizione di entrare nell’olimpo dei libri scritti meglio. E’ chiaro che ogni aspirante scrittore sceglie un tempo verbale e uno stile non sempre coordinato con chi ha scritto prima. Ma quello che a noi interessa non è tanto lo stile letterario o la struttura narrativa, bisognerebbe spostare l’attenzione su un altro aspetto: la straordinaria commistione di registri linguistici, provenienze geografiche e stili di scrittura.
“E’ questo il valore aggiunto di Bookface che vuole essere un esperimento letterario e culturale, oltre che un gioco per chi ha sempre desiderato scrivere un libro. Si può definire un laboratorio creativo dove la tecnologia e un nuovo mezzo di interazione sociale come Facebook incontra un inguaribile desiderio di comunicare le proprie emozioni”.
Insisto: non pensi che ci sia la necessità di un certo coordinamento tra i vari autori per evitare i tanti sbalzi presenti nella trama?
“La trama è per forza di cose imprevedibile, è proprio questa l’unicità di Bookface. Porre dei limiti o dare delle direttive su come proseguire il racconto, porterebbe a snaturare l’essenza del progetto, che vive invece di voli folli tra personaggi che sbucano improvvisamente, oppure scappano via senza dire nemmeno una parola.
“Con Bookface, senza essere grandi scrittori, chiunque può continuare a scrivere il romanzo per dare vita a un libro strano e imprevedibile, a volte incomprensibile, ma ricco di tanti piccoli mondi”.
2 risposte
Un Diluvio Universale
Gli schifosi avventori di facebook rompevano le palle con i loro post ed i loro link da mattina presto a sera ed anch’io, mio malgrado, postavo insensate foto e andavo scrivendo frasi senza senso su quel maledetto aggeggio!
Abnormi incongruenze affluivano ininterrottamente sul video del mio computer ed ormai, anch’io non mi ritenevo più libero di avere un mio pensiero.
Così tra cavolate senza ritegno ed illusorie contraddizioni andavo perpetrando quel misero cliccare che da anni imperversava sulle tastiere dei Terrestri.
Le onde-pensiero si propagavano sugli schermi alla velocità della luce e non più uno, degli Uomini, era rimasto immune da questo contagio.
Gli untori si aggiravano tra le pagine dei social network ormai senza un briciolo di pudore e scaricavano tutto il possibile immaginario sugli schermi collegati della rete.
Dagli Spazi Siderali sopraggiunse allora una Cometa di nome Dio che elaborò in un battibaleno tutti i dati inseriti nella memoria dei computer terrestri e dettò nuovi ordini ai microchip degli apparecchi.
Ci fu una mutazione genetica della razza Umana che da sapiens divenne demente e poi da demente, divenne saggia. Ma questo in seguito.
Non fu il Diluvio Universale a far capire agli Uomini la potenza di Dio ma l’improvviso oscurarsi degli schermi digitali. Ed in pochi si salvarono annaspando tra i flutti della negligenza. L’ingegnere Noè prese con se un portatile e si collegò con i suoi famigliari ad un social network di un’altra Galassia.
Così, loro, ebbero salva la vita mentre tutto il resto dell’Umanità perì atrocemente sotto le acque dei demential network.
Ne nacque, dopo, una nuova, grande e saggia Civiltà che aborrì le guerre e la stupidità e visse in pace per molti Eoni di tempo.