Unico neo dell’ultimo libro di Jonathan Coe è purtroppo il finale, trascinato per lunghe in una serie di contraddizioni e situazioni inverosimili. Un vero peccato, perchè “I terribili segreti di Maxwell Sim”, avrebbe potuto essere una di quelle vere opere d’arte letteraria, che attraverso la vicende di un uomo comune, non dissimile da tutti noi, si fa interprete della condizione e del sentire di un’intera generazione.
Maxwell Sim è un uomo normale – non è un medio borghese, un arrampicatore, uno che cerca l’emancipazione o il riscatto sociale – è un semplice commesso di centro commerciale, uno dei tanti sparsi in giro per le periferie delle città, sempre uguali, in qualsiasi nazione ci si sposti. Non ha ambizioni, né velleità artistiche, per la verità legge pure poco e, come tanti altri uomini, si ritrova solo, separato da moglie e figlia.
A questo punto non mi stupirei se Mr Sim iniziasse a ricordarvi qualcuno di vostra conoscenza. Solo che il nostro protagonista decide di ribellarsi alla sua stessa inerzia intraprendendo un viaggio, all’apparenza spinto da motivi professionali.
Ecco, il percorso che Maxwell Sim intraprende in macchina attraverso l’Inghilterra dei primi anni del 2000, diventa un passaggio attraverso il nostro tempo: paesaggi duramente colpiti dalla crisi economica, ancora una volta mutati rispetto al secolo appena precedente, quando la globalizzazione e le multinazionali hanno contribuito ad omologarne ogni tratto; grandi magazzini al posto delle fabbriche; speculazione finanziaria al posto della produzione; strade e tecnologie ideate per facilitare la comunicazione, ma che “scollegano e basta” impedendo di fatto l’incontro umano. E il senso di tutto questo mutare, correre, velocizzare, sfugge al protagonista del libro di Coe, come credo sfugga a molti di noi.
Questo, però, è soltanto ciò che Maxwell Sim vede. Ciò che sente è un profondo disagio e il suo viaggio sarà anche l’occasione per risalire alle radici del suo malessere. Involontariamente, Sim, ripercorre in auto anche il suo passato, scoprendo che, per quanto il tempo sembri scorrere veloce, alcune cose con cambiano mai: le colpe dei padri ricadranno sempre sui figli.
Lo scriveva Dumas secoli addietro, lo ribadisce in chiave moderna Coe ne I terribili segreti di Maxwell Sim. Un vero peccato per un finale così sbagliato.
4 risposte
Grazie per la risposta.
Allora non sono completamente incapace di intendere!
Ciao Gino, benenuto su StoriaContinua. A quanto mi è parso di capire il protagonista del libro incontra l’autore del libro, in modo poco chiaro e verosimile. Il fatto che l’incontro sia spiegato in modo contorto è perchè in effetti il finale non sta proprio in piedi.
Ad oggi non sono riuscito a dare una spiegazione logica al finale.
Mi aiutate???
(non sto scherzando..)
COLLISIONI PRESENTA
in collaborazione con il Circolo dei Lettori e la Città di Alba
Domenica 10 ottobre ore 18,00Chiesa di San Domenico – ALBA
JONATHAN COE – I TERRIBILI SEGRETI DI MAXWELL SIMInterviene Sergio Dogliani
Letture a cura di Fabrizio Pagella
È considerato uno dei più importanti talenti narrativi inglesi. La sua opera è intrisa di tematiche politiche, affrontate però con una straordinaria e inimitabile verve comica e satirica. Autore di pietre miliari della letteratura contemporanea, tradotte in tutto il mondo, come La famiglia Winshaw o La casa del sonno, Jonathan Coe presenta ad Alba il suo ultimo romanzo, I terribili segreti di Maxwell Sim, il cui protagonista è il classico prodotto sociale del boom mediatico: un uomo che ha centinaia di amici su Facebook, ma non uno in carne e ossa con cui confidarsi quando il suo matrimonio va a rotoli.