La donna:
nonostante il limitato campo in cui poteva scegliere le proprie scarpe, la donna con le scarpe grigie non aveva mai dovuto allentare alcuna restrizione perché non trovava le scarpe adatte: forse le costruiva lei, forse se le faceva fare su misura, oppure aveva comprato centinaia di scarpe in passato e le custodiva con attenzione fino al momento del loro utilizzo.
L’uomo:
poteva solo essere descritto per sottrazione, un po’ come quando per descrivere lo sfondo si deve immaginare che non ci sia il
soggetto nella figura. L’uomo senza cappello era uno sfondo [..] quando qualcuno doveva indicarlo si fermava a bocca aperta dopo avere detto – Ma sì, quello… quello…
Sono questi L’uomo senza cappello e la donna con le scarpe grigie del racconto di Carlo Cinato, in arte Chinalski. Capire chi sia davvero Cinato è cosa ardua: sul suo sito Parolata, ha pubblicato almeno otto diverse biografie. La cosa certa è che Chinalski è autore di una nuova forma di romanzo: l’iperromanzo.
Leggere, “L’uomo senza cappello e la donna con le scarpe grigie”, in questa nuova forma del narrare, potrebbe risultare ostico per chi è abituato alle classiche sequenze temporali dei romanzi. Incappare in un flashback, all’interno di un libro, non è una cosa tanto astrusa, è chiaro fin da subito che lo scrittore vuole portarci in un viaggio nel passato.
Ma incappare in un link, mentre stai seguendo le vicende de “L’uomo senza cappello e la donna con le scarpe grigie”, può essere destabilizzante, soprattutto per la velocità con cui ci siamo abituati a cliccare da un link ad un altro della Rete.
Ma alla fine questi salti, che ti trascinano all’interno del mondo dell’uno o dell’altro personaggio, rislutano divertenti. E quando, poi, ritorni al plot principale, la storia di quest’uomo e questa donna, assume un significato più profondo, una maggiore intensità.
L’uomo senza cappello e la donna con le scarpe grigie, si incrociano spesso senza mai incontrarsi veramente. Eppure soltanto nel loro riconoscersi torveranno quei tratti distintivi che, sebbene negativi come la gelosia e la voglia di possesso, saranno la via giusta per uscire dall’anonimato.
Erano felici di essersi ritrovati, e di colpo non c’erano più problemi tra di loro: sapevano di non potere permettersi di perdere tempo in discussioni, sottigliezze, prevaricazioni, egoismi. Avevano ritrovato la magia di quando si incontravano da sconosciuti, di quando non chiedevano nulla all’amore, e quindi avevano tutto.
7 risposte
Mi aggiungo alla discussione per rispondere pubblicamente su alcune questioni. I commenti esistono in un blog proprio per alimentare lo scambio di opinioni tra i lettori, anzi proprio per invogliarli ad esprimerla un’opinione. Fatto questo che racchiude il successo del Web, in generale.
Per tanto chiunque si sentisse chiamato in causa può rispondere tramite questo spazio il suo disappunto. Soltanto nel caso in cui il tono dei commenti fosse volgare e/o offensivo, allora, chi amministra il blog decide di ricorrere alla totale cancellazione. Cosa che non mi sembra riguardi questa discussione. Tra l’altro dal tono dell’articolo di intende che si ritiene Carlo Cinato un ottimo autore. Ma non possiamo impedire ai lettori di lasciare il proprio giudizio.
Fino a quando l’obbligo di rettifica entro 48 non diventerà legge a tutti gli effetti, su Storia Continua si potranno ancora esprimere opinioni, critiche, giudizi, complimenti. Ovvio, strettamente legati alla tematica letteraria del blog.
Ad ogni modo, per qualsiasi richesta è attivo un apposito form dei contatti.
Grazie a tutti.
Ciao Carlo, direi che un anno è un tempo considerevole che giustifica il mio disappunto. per il resto non mi sono comportato da isterico, e ho mantenuto l’iscrizione al tuo sito che ritengo essere tra quelli degni d’interesse. Anche se le relazioni (pure quelle a basso tasso di coinvolgimento sessuale, instaurate via Web, inducono a considerare l’altro come un aggregato di freddi beep pixellati, io tendo a ricordarmi che dietro questi quadratini colorati c’è una persona che potrebbe anche decidere di uccidersi se non ricevesse, in tempi non apocalittici e via mail, la mia foto a stomaco contratto che esprime il tramonto di una virilità che sta tenendo duro (si fa per dire).
Ciao Massimo,
ci si ritrova da Storiacontinua!
Ti vorrei rispondere riguardo al fatto che ignoro le critiche. Non è vero, anzi, spero sempre che qualcuno mi indichi i punti deboli di ciò che faccio (e tu l’hai fatto, e ti ringrazio, e credevo di averti ringraziato anche a suo tempo ma non trovo la mia mail di risposta, magari mi ricordo male) piuttosto che mi venga detto un “bello” generico e inutile.
Faccio quindi ammenda per non avere ancora (dopo un anno!) letto il tuo racconto migliorativo del mio, a questo punto dovrò sicuramente farlo in tempi brevi.
Relativamente alla mia presunta scarsa personalità, non posso escluderlo, ma il tuo mi sembra un giudizio affrettato.
Ciao, e chiedo scusa a Scrid per avere risposto tramite il suo blog.
carlo