Nel 2006 questo romanzo era in fase embrionale. Dopo una lunga gestazione, nel 2019 il romanzo viene pubblicato. Nel frattempo la politica europea ha preso un indirizzo imprevisto, e solo per una fortuita serie di circostanze Fortezza Europa potrebbe sembrare persino troppo attuale, o troppo critico verso il sistema. Ebbene, non era questo l’intento originario dell’autore. Marco Zamanni voleva solo evidenziare, esacerbandolo, l’effetto farfalla che una certa legge avrebbe avuto sulla vita di tutti. E così ha raccolto e sviluppato un librogame a carattere investigativo, ma dall’ambientazione sia burocratica che sociale, sfruttando i suoi “appunti di viaggio” al rientro da Londra.
Ah, la cara vecchia Londra… coi suoi bus a due piani, la metropolitana, i mercati cittadini, e neanche un extracomunitario per strada.
Come dici? Sei stato a Londra e sei sicuro di aver incontrato molti nigel? Ah, ma devi esserci stato prima del TDO! Grazie al Trattato per la Difesa dell’Occidente, da oggi è possibile reagire con violenza estrema contro un clandestino che minacci il patrimonio, la salute o l’onore di un libero cittadino britannico. Grazie a questo provvedimento, la sicurezza cittadina è garantita, e l’immigrazione illegale è ai minimi storici. O, almeno, è quanto si aspettano ai piani alti…
In questo scenario da Demolition Man in casa nostra, seguirai le vicende di Jay Huey, poliziotto dalla pelle nera con la passione per la musica degli anni ‘90; chiamato a investigare sull’omicidio di uno scafista, Jay dovrà accontentare il suo boss e produrre un fascicolo abbastanza dettagliato per archiviare il caso. E qui entri in ballo tu, perché sarai tu a prendere le decisioni chiave al posto di Jay, deciderai come impiegare il tempo al Dipartimento, chi interrogare e in quali luoghi investigare. Non solo: fuori dal turno di lavoro potrai goderti i momenti di riposo e scegliere a quali svaghi dedicarti. L’esperienza che ne deriva è a tutto tondo, per settantadue ore potrai vestire i panni di Jay ed immedesimarti nelle sue vicissitudini non di eroe, ma di uomo.
Di quando in quando Jay dovrà mettere in moto le rotelle per far procedere l’indagine. Il testo non suggerisce espressamente quali siano le opzioni, ma sarà compito tuo trarre le deduzioni giuste. Per indicarti il paragrafo da leggere, Marco Zamanni ha inventato lo “Zakimos System” che è tanto semplice quanto funzionale. Fin dall’antichità, nei librogame, era stato proposto il sistema di “convertire ogni lettera della parola chiave con un numero e sommare il totale”. Per esempio, se la parola chiave era JAMES, la conversione diventava 10+1+13+5+19=48. Questo sistema era lento, sfiancante, e si prestava a malinterpretazioni… bisognava contare anche le lettere inglesi o no? Ecco, il Zakimos System rende obsoleto questo metodo tanto quanto una stampante Epson fa il contropelo alla pressa di Gutenberg.
Ogni volta che c’è bisogno di convertire una parola, o più di una, il testo presenta una tabella come questa.
C=10 | F=7 | B=2 | G=25 |
H=44 | L=1 | R=16 | S=23 |
W=4 | D=8 | T=30 | M=5 |
Ora bisogna considerare le prime due consonanti della parola chiave, convertirle nei numeri indicati e accostare i due numeri. Per esempio, se tu volessi andare a Westminster, scopri che W=4, S=23 e vai a leggere il paragrafo 423. Se vuoi interrogare Cody, C=10, D=8 e vai al paragrafo 108. Se vuoi rileggerti i termini del TDO, T=30, D=8 e vai al 308. Facile e rapido. Certo, richiede un grande lavoro a monte da parte dell’autore perché questa tabella appare in momenti diversi della storia, e la stessa parola deve condurre a risultati diversi senza creare né doppioni né garbugli di trama.
Il protagonista di Fortezza Europa non è descritto da punteggi, né Punti Ferita o Colpi rimasti nel caricatore, né “talenti”. Niente di tutto questo. Il protagonista non è Rambo, né l’ispettore Derrick. È un uomo comune dotato di abilità comuni.
Ogni tanto ci sarà da spuntare una casellina accanto al numero del paragrafo appena letto, o che ci si appresta a leggere. Di solito ciò rappresenta il fatto che si è già compiuta una certa scelta e non la si può ripetere, o che il tempo sta passando e certe opzioni potrebbero non essere più disponibili, o che un evento sta per avverarsi.
Questo sistema funziona anche sulla carta, ma a fine partita bisogna avere l’accortezza di cancellare tutti i segni tracciati, altrimenti l’esperienza di gioco nelle partite successive potrebbe guastarsi. Naturalmente, giocando su digitale il software si occupa di tutto, perciò è semplicemente un valore aggiunto.
Zamanni si dimostra attento nei confronti dei suoi lettori, e propone delle scelte quando sono, in effetti, delle scelte. Se Jay è al bar è indifferente che beva un gin tonic o una birra, perciò questa scelta è al di fuori del tuo raggio d’azione. Ma se Jay viene insultato potrebbe reagire infischiandosene oppure estraendo il tesserino. Ciò che succede dopo sarà determinato dalla tua scelta, che non è mai irrilevante.
Devo fare un appunto contro alcune scelte che non sono chiarissime, prendo ad esempio il paragrafo 180, durante un colloquio con il superiore. A fine paragrafo ho queste due scelte:
Non sono affari che ti riguardino. Vai al 237 |
Meglio essere sincero. Vai al 213 |
E qui abbiamo un problema. Nel primo caso la frase in corsivo è ovviamente la risposta che io dirò direttamente al mio interlocutore. E nel secondo caso? Nel secondo caso… non lo so! Potrebbe essere che il dialogo continuerà con me che dico “meglio essere sincero”, come consiglio al mio interlocutore oppure potrebbe rappresentare la mia condotta.
Oppure ho sbagliato ancora interpretazione! Quel non sono affari che ti riguardino potrebbe essere la mia condotta, cioè decido che non trovando interesse nella conversazione mi alzo e me ne vado.
Sarebbe stato tutto molto più chiaro se ogni frase di discorso diretto fosse virgolettata. In tutto il romanzo i dialoghi sono evidenziati dai caporali. Perché rovinare la coerenza interna proponendo una regola diversa solo per le scelte di fine paragrafo?
Esempi simili si ripetono spessissimo per tutto il libro, e spezzano il flusso di pensiero del lettore, perché di fatto l’autore sta spostando il punto di vista.
Caratterizzazione dei personaggi e del mondo
Sappiamo già che Jay è un poliziotto, e che è nero. Come suggerisce il cognome, egli è “huey” di nome e di fatto; potrebbe tradursi con “colorato”. Solitamente tengo debite distanze da personaggi che abbiano il nome proprio corrispondente al loro mestiere o alla loro classe sociale (“sono il Signor DeTruffis, indovinate cosa faccio per vivere?”) ma in questo caso l’ammiccamento è talmente velato che passa inosservato, ci sta. D’altronde qualcuno si è mai lamentato che esistono personaggi che si chiamano “Black” o “White”? L’importante è non trovarsi con l’ennesimo Max Speed.
L’autore non si limita a dirti il mestiere del protagonista, te lo fa vivere. Mi è capitato di leggere diversi racconti in cui il protagonista è “un poliziotto”, cosa che si rivelava soltanto una scusa per fargli portare una pistola, farlo accedere in posti dove non potrebbe entrare, ed evitargli tutte le conseguenze legali dei suoi comportamenti. In Fortezza Europa, invece, sei realmente un poliziotto. Devi strisciare il badge, rispondere ai superiori e litigare coi colleghi piantagrane. E nessuno ha detto che tu sia un bravo poliziotto, dovrai dimostrarlo coi fatti. Ho giocato più partite, in una mi sono disinteressato del caso e ho cercato di distrarmi il più possibile, e ovviamente non ho cavato un ragno dal buco. In altre mi sono limitato a fare le mie 8 ore alla scrivania, e qualcosina si è mosso. Solo quando mi sono deciso a prendere appunti, a ragionare sui fatti anche quando tenevo il libro chiuso, quando insomma ho condotto una investigazione seria, ho acciuffato il cattivo per la collottola.
L’autore non si limita a dirti che sei discriminato, te lo fa capire con l’apatia dei colleghi, con gli atteggiamenti aggressivi della gente al bar. Però puoi farti anche degli amici… o frugare nei loro computer. A seconda della condotta ottieni risultati diversi e scopri più elementi della storia, che magari non sono rilevanti per l’indagine, ma fanno parte del vissuto di Jay. Che è il motivo per cui stai leggendo il librogame, no? Per immedesimarti nel protagonista. Magari non ti interessa investigare, e vuoi vedere cosa succede se ti comporti da impiegato pigro. Ecco, puoi farlo.
I personaggi che incontri hanno il loro passato, e tu puoi interagire con loro riguardo ai loro interessi. Puoi farti degli amici che ti presteranno le loro cassette; puoi far ubriacare la ragazza che ti piace, provarci con lei… e se non ci provi accontentati di quello che hai già.
Lo sfondo della storia è percepito come vivace. Londra evolve, non si agita, ma tutto si muove con la giusta inerzia. Jay è non solo protagonista, ma anche testimone di ciò che gli accade intorno fuori dal suo controllo.
Fa per te?
Se sei un collezionista di librogame devi averlo. Se sei un lettore te lo consiglio a patto che ti piaccia investigare, perché se cercavi azione e adrenalina, non sono il pane quotidiano di Jay Huey. Se sei uno scrittore, infine, potresti prendere spunto riguardo alla descrizione di una città straniera, perché non basta dire che la storia è ambientata a Londra (o New York, o Nuova Delhi), devi calare il tuo lettore dentro la realtà della storia. La Londra descritta da Zamanni è reale, densa e nebbiosa al punto giusto.
Una risposta
Sono le tecniche artificiali che mi sollecitano