Lo avevo già anticipato agli iscritti alla newsletter che il 2025 sarebbe stato l’anno del rilancio dell’iniziativa promozionale Ebook in Adozione.
Sono molto felice allora di presentarvi (rullo di tamburi) il titolo di gennaio, il primo degli “adottati”: Il Confine della Libertà di Maurizio Preti, la storia di un piccolo villaggio che, stremato dalla povertà e dalla violenza, deciderà di ribellarsi sfidando leggi, militari e politica.
Il Confine della Libertà
Come sempre Nord e Sud in lotta tra loro, divisi da un fiume, il Colombano. A nord, l’industria prospera, mentre a sud regna la povertà e lo sfruttamento. È proprio da questo sud dimenticato che nasce una rivolta, un tentativo disperato di sfuggire a un destino segnato. I protagonisti, uomini e donne comuni, lottano per un futuro migliore, dimostrando che anche i più deboli possono fare la differenza. Alle vicende degli umili si intrecciano le trame dei potenti, come il Presidente Augusto, personaggio enigmatico e controverso, che si troverà a dover sedare la rivolta senza compromettere la sua immagine di leader forte e innovativo, mentre le telecamere di tutto il mondo sono puntate su di lui. Tra manovre politiche, tensioni sociali e un passato che non smette di pesare, si snoda una narrazione che esplora i confini tra autorità e libertà, tra oppressione e speranza.
Pubblicato inizialmente nel 2020 con il titolo “La terza opzione”, e riproposto oggi in questa nuova veste, Il Confine della Libertà è il primo di 12 romanzi pubblicati da Maurizio.
“Nella scrittura” mi ha confidato “ho trovato la forza per ricostruire il mio futuro, dopo un grave incidente automobilistico che mi ha costretto a sospendere ogni attività.
Oggi intreccio nei miei romanzi la mia esperienza di vita, affrontando con coraggio temi complessi e universali”.
“Anche per il romanzo Il Confine della Libertà è stato lo stesso. L’idea di creare un mondo immaginario, come quello di Altamar, è stata una scelta consapevole, un espediente narrativo che mi ha permesso di amplificare e sottolineare le contraddizioni e le ingiustizie che affliggono la nostra società. Il piccolo villaggio, diviso da un fiume e da profonde disuguaglianze sociali, diventa così una metafora del mondo intero, un microcosmo in cui si riflettono i grandi temi del nostro tempo: la divisione tra ricchi e poveri, l’abuso del potere, la lotta per la giustizia. Altamar, a mezzo tra il nord industrializzato e il sud povero, ci ricorda le disuguaglianze che persistono in molte parti del mondo. Il fiume Colombano, che separa le due sponde, diventa un simbolo di un abisso sociale sempre più profondo. È proprio da questo abisso che nasce la rivolta, un tentativo disperato di superare le barriere e costruire un futuro migliore. La scelta di un mondo immaginario permette di esplorare questi temi in modo più libero e profondo, senza essere vincolato dai limiti della realtà. Allo stesso tempo, però, la storia di Altamar è profondamente radicata nella nostra contemporaneità. Le lotte dei personaggi, le loro speranze e le loro paure sono universali e risuonano in ognuno di noi”.
“Spesso ripeto che sono un semplice cronista. Infatti non ho un metodo. Di norma un racconto parte da uno o più fatti realmente accaduti. I personaggi entrano in scena uno dopo l’altro. Muovono i primi passi iniziando a dialogare, da qui prende spunto la trama il più delle volte andando verso mete inattese”.
“Il self-publishing mi ha permesso di mantenere il pieno controllo sul mio lavoro, dalla scrittura alla distribuzione, e di dialogare direttamente con i miei lettori. Naturalmente, richiede una grande cura per garantire la qualità del prodotto finale, che è per me una priorità assoluta”.
“Certo non è stato facile neppure tecnicamente, ho studiato l’argomento e in ciò mi ha aiutato anche il libro sui Metadati. Dopo aver valutato le diverse opzioni, ho scelto il self-publishing su Amazon. È vero, questa scelta viene talvolta vista con scetticismo, perché non passa attraverso i tradizionali filtri degli editori, ma credo che, se fatta con serietà e impegno, possa rappresentare una valida alternativa. Ho scritto 12 romanzi (due tradotti in inglese). La Vendetta degli Esclusi, che ha per tema appunto l’arte dello scrivere, è quello di maggior successo, ma Il Confine della Libertà è la mia cenerentola, è stato il primo, mi ha aperto la strada, per questo gliene sono riconoscente”.
Estratto (ascolta anche sul tuo Sommario Quotidiano)
E qualcosa successe per davvero.
Era il 12 luglio, una data da ricordare perché il giorno prima era piovuto appena si era fatto buio. Non una pioggia scrosciante, ma una pioggerella fitta fitta e continua, iniziò verso sera e proseguì per tutta la notte. La pioggia era un evento straordinario per Altamar, dove non pioveva mai. I bambini, davanti alle finestre, guardavano stupiti le goccioline attaccate ai vetri che scendevano lente lasciando piccole scie, come un gioco nuovo a cui non erano proprio abituati. Verso mattina cessò lasciando il posto al sole aperto, che prosciugò in un attimo il bagnato, creando una coltre insopportabile di umidità.
Gli uomini uscirono di casa di buon mattino, come al solito, per prepararsi ai lavori nei campi, in attesa del trasporto sulle auto degli uomini di Villalta. Alcheste aveva aperto la locanda e guardava il movimento seduto fuori all’aperto. Non succedeva niente. I caporali non arrivavano e ben presto il brusio del mattino si trasformò in uno stupito silenzio e dopo alcune ore in preoccupazione. Arrivò anche Raphael, si sedette a fianco di Alcheste chiedendo che novità fosse mai quella.
“Non so, di norma quei maledetti arrivano presto per caricare, ma stamane sono già le otto passate e non si sono ancora fatti vedere. Una trasformazione. E, te lo dico subito, la cosa non è normale. Non va bene, non va bene, te lo assicuro. Qualcosa non quadra. Mi aspetto tempesta”.
Puntuale la tempesta arrivò.