L’industria editoriale ha tentato di scoraggiare la pirateria mediante l’applicazione di DRM sugli ebook.
DRM, acronimo di Digital Rights Management, è un termine generico per definire una serie di tecnologie digitali che dovrebbero impedire la copia non autorizzata e la condivisione di un file, il che suona come un’idea grandiosa, fatta eccezione per due cose: in primo luogo, qualsiasi forma di DRM può essere violata, di solito molto facilmente. Ecco perché c’è un difetto fondamentale in qualsiasi sistema di protezione: gli editori possono crittografare i file quanto vogliono, ma se gli acquirenti leggeranno il libro, l’editore ha dato loro il consenso di decrittografarli.
Quello dei DRM è argomento spinoso, ma il punto chiave qui è che non esiste una soluzione magica al problema. Se siete in attesa che qualcuno faccia qualcosa per la pirateria, allora attenderete per un lungo periodo di tempo. Se qualcuno vuole ottenere il vostro ebook gratis, davvero non importa che tipo di protezioni si mette sul file.
Il secondo problema è che il DRM rende difficile per i clienti paganti di trasferire un libro da un dispositivo all’altro. Eppure, questo è un piccolo prezzo da pagare se si vuole ridurre la pirateria, giusto?
Beh, forse no…
Gli studi hanno indicato che la pirateria in realtà aumenta le vendite, sia di ebook che di altri media. Ci sono un sacco di prove aneddotiche che dimostrano come rendere i contenuti economici e facili da scaricare aumenta i profitti. Prendiamo, per esempio, il caso di Monty Python che con il rilascio di video gratuiti su YouTube hanno aumentato le vendite del 23.000% , o il caso di Cory Doctorow che ha venduto milioni di libri, nonostante li renda tutti disponibili gratuitamente sul suo sito web.
L’idea che la pirateria costi denaro agli autori si basa su una premessa sbagliata.
Il modo più semplice per calcolare i profitti perduti sarebbe quello di moltiplicare il numero di copie pirata scaricate per il prezzo d’acquisto legale. Quindi, se un migliaio di persone scaricano copie pirata di un libro, il cui costo è di 2 $ a copia, l’autore hai perso 2000 $. Ma questo è un numero enormemente fuorviante. Per capire perché, prendiamo in considerazione alcuni scenari tra i più comuni:
Scenario 1: Joe Freeloader sta navigando attraverso un sito web pirata, quando si imbatte in un libro interessante di cui non ha mai sentito parlare prima. Piuttosto che mettersi alla ricerca di un modo legale per comprarlo, Joe scarica illegalmente il libro gratuito dal sito pirata.
Scenario 2: Jane NoMoney non ha un centesimo. Un giorno sta navigando su Amazon quando si imbatte in un libro interessante. Vorrebbe comprarlo, ma non ha soldi, così finisce per andare su un sito pirata e scaricare il libro illegalmente.
Scenario 3: Jim Jerkwad ha un sacco di soldi, ma è un coglione a cui non frega niente di compensare il lavoro di un autore. Il tipo in questione trova un libro interessante su Amazon, decide che lo vuole, e poi lo scarica da un sito pirata.
Si noti che solo nello scenario n. 3 si stanno effettivamente perdendo soldi. Joe non avrebbe mai sentito parlare del libro, se non fosse per il sito pirata, quindi non si può includere il suo mancato acquisto nel totale delle vendite potenziali. Jane non è, né mai sarà, in grado di acquistare il libro, quindi non si stanno perdendo soldi neanche lì. Solo Jim, che usa deliberatamente Amazon per trovare i libri e poi va fuori a scaricarli illegalmente, sta davvero danneggiando l’autore in tutti modi possibili.
Ed è mia convinzione che le persone come queste sono relativamente rare e troveranno comunque sempre un modo per aggirare eventuali restrizioni. Inoltre, c’è la possibilità che al downloader piaccia il libro tanto che un giorno ne comprerà una copia legale, o lo raccomanderà ai suoi amici.
La più grande sfida che un nuovo autore si trova ad affrontare non è la pirateria; è l’oscurità.
La cosa peggiore che può capitare ad un autore relativamente sconosciuto, i cui libri vengono condivisi illegalmente, è raggiungere un paio di lettori in più, alcuni dei quali potrebbero effettivamente ripagarlo un giorno.
La maggior parte delle piattaforme di self-publishing, come Kindle Direct Publishing di Amazon, vi permetterà di specificare se applicare o meno i DRM ai vostri ebook. Personalmente vi consiglio di non farlo.
Vedetela in questo modo: immaginate che un genio vi dica che può magicamente far apparire il vostro libro su un milione di ereader domani mattina, ma che non guadagnerete un centesimo. Accettereste?
Se siete intelligenti, dovreste, perché se anche un decimo di quelle persone che hanno scaricato il vostro libro, diventano vostri lettori abituali, avete appena raccolto decine di migliaia di nuovi lettori. Avere i propri libri distribuiti ampiamente è una buona cosa, anche se non si fanno i soldi immediatamente. Questo è il motivo per cui Amazon offre promozioni di libri gratis in KDP e perché gli editori letteralmente pagano per dare i loro libri via attraverso servizi come BookBub.
Si noti che non sto dicendo che la pirateria è a posto. Non rubo i libri e non approvo la pratica. Ma la pirateria è l’ultima delle preoccupazioni di un autore e la cura è spesso peggiore del male.
Liberamente tradotto da “Why Authors Shouldn’t Worry About Piracy” di Robert Kroese.
6 risposte
Cit… “Si noti che non sto dicendo che la pirateria è a posto. Non rubo i libri e non approvo la pratica. Ma la pirateria è l’ultima delle preoccupazioni di un autore e la cura è spesso peggiore del male.”
Mi scusi, alllora perché scrivere un articolo che giustifica la pirateria? Dovrebbe solo vergognarsi.
Gentile Sonia Lombardo, lei è consapevole del fatto che AgCom e Guardia di Finanza considerano la pirateria un reato perché è tale?
Grazie a persone come lei, ogni giorno il mondo editoriale perde 671mila euro di guadagni e centinaia di posti di lavoro.
Vada a dirlo a questa gente che deve essere felice perché esiste la pirateria, vada a dirlo agli autori dei libri che rubare il loro lavoro è cosa buona e giusta.
Complimenti per essersi resa complice di un reato.
ho scritto un articolo analogo qualche giorno fa e sono stata letteralmente linciata da autrici self infuriate. al punto che mi hanno fatto venire il dubbio di aver davvero scritto delle cretinate sostenendo che le copie che circolano clandestinamente fanno comunque parlare di noi e di quello che scriviamo
Sì ho seguito un po’ la discussione. Capita, è come quando non vuoi sentirti dire la verità e ti incazzi
Avete dimenticato un altro scenario, ovvero:
Jack Viziatodalgratisdelweb ha bisogno di un libro per qualcosa di piuttosto importante, ma essendo ‘viziato’ dal gratis del Web piuttosto che comprarlo si mette a cercare un’eventuale versione digitale (in genere PDF) finché non trova un sito da cui scaricarlo gratis, invece di acquistarlo.
Come autore ho scoperto da tempo che una delle ricerche più frequenti riguardo ai miei libri più noti è quella che contiene, oltre al titolo, anche le parole “PDF download”.
Così come ho potuto appurare che alcune recensioni negative di qualche titolo distribuito gratuitamente in ebook o a un prezzo simbolico, recitano spesso frasi come “niente che non si possa trovare cercando sul web”.
Inutile dire che alcuni dei miei libri, pubblicati con Hoepli, li ho trovati nel circuito del file sharing e dei siti di download a disposizione di tutti, gratuitamente, alla faccia dell’editore e dell’autore. Questo dimostra come il DRM alla fine serva a poco, ma anche come ci sia, soprattutto nei confronti dei contenuti digitali e soprattutto qui in Italia, una tendenza a svalutare il lavoro degli autori.
Grande! Ma lo sai che anch’io ho ricevuto la stessa recensione? Non pensavo però che fosse viziata da questo meccanismo