Potreste non averci mai pensato, ma quando compriamo un libro digitale, non lo compriamo in senso tradizionale, otteniamo una licenza. Ciò significa che quando si compra un libro digitale, abbiamo solo comprato il diritto di usarlo. Non possiamo modificarlo, né tanto meno rivenderlo, regalarlo o prestarlo, a meno che non sia previsto dai termini d’uso, spesso macchinosi e prolissi.
Per dimostrare quanto con il digitale si siano modificati i concetti di Possesso (la possibilità di tenere un bene), Accesso (il diritto di usarlo) e Proprietà (il diritto di possederlo, condividere, venderlo, distruggerlo) quelli di Edition at Play e Google Creative Lab si sono inventati un insolito ebook dal titolo “A Universe Explodes”.
Il libro è composto da 20 pagine con 128 parole per pagina, e sebbene sia digitale, può passare da un proprietario all’altro per email, a patto che ogni nuovo proprietario lo personalizzi, rimuovendo due parole e aggiungendone una per ogni pagina. Quando il proprietario corrente ha completato le modifiche, lascia una dedica e cede il libro al lettore successivo.
Questo processo viene realizzato tramite Blockchain, un database (lo stesso utilizzato da Bitcoin) pubblico, che consente di registrare le informazioni in modo permanente. Senza scendere in dettagli tecnici – non l’ha fatto nemmeno Tea Uglow che del libro è l’autore – blockchain tiene traccia di tutte le modifiche appportate, ricreando così la storia dei proprietari, le alterazioni, le dediche, rendendo ogni copia di “A Universe Explodes” unica nel suo genere.
“Un’edizione limitata che chiunque può leggere, ma con un centinaio di singoli ‘libri’ che possono essere posseduti. Ogni libro è unico e non c’è modo di vedere un libro che non sia uno di quei 100 (…) Chiamiamo questa idea Cultureblocks. Ogni blocco è un segnalibro digitale che contiene la storia di quel libro e dei precedenti proprietari”.
Il tocco di genio è dato dal fatto che la storia si erode ad ogni passaggio di proprietà, nello stesso modo in cui qualsiasi libro nel mondo fisico finisce per cadere a pezzi, aumentando di fatto il valore dell’opera.
Ciò fa eco nella narrazione, infatti, “A Universe Explodes” è il racconto di un genitore il cui mondo a poco a poco crolla; mentre ogni cosa nel mondo del protagonista scompare, diventando polvere, il libro lentamente si riduce fino ad una parola per pagina.
Di fatto la riduzione della domanda, la richiesta di meno parole, di una lettura a spicchi è un problema del mondo moderno. E se la storia tratta di qualcosa, sostiene Uglow, è proprio il significato: “La ricerca di un significato in un mondo il cui sistema di valori è, beh, un po’ distorto.
“Quello che cerchiamo di fare è scrivere una storia e poi condividerla, lasciando che le persone la posseggano per vedere se fa qualche differenza. E’ una nuova forma di letteratura in cui la tecnologia, la narrazione e l’esperienza della proprietà, oltre che della sola lettura, sono tutti importanti per la comprensione del libro. Abbiamo voluto condividere ed esplorare l’idea che la proprietà nel digitale può essere qualcosa di diverso dallo streaming o da una licenza per l’accesso, e che la tecnologia è qualcosa che può ispirare gli scrittori a spingere il potenziale della forma, così come del numero di parole”.