Proprio così mi dice Roberto Mingoia quando mi presenta la sua casa editrice. Già ospite dell’iniziativa Ebook in Adozione, il neo fondatore di KO, dopo aver raccolto un discreto successo con la serie del Commissario Casu ha deciso di fare il grande passo:
Grazie alle nuove tecnologie ho potuto fare tanta pratica nell’autopubblicazione facendo gli editing delle mie opere (dopo aver fatto quelli con le mie case editrici), cura delle copertine, promozione, tutto dalla a alla z. Era arrivato il momento di raccoglierne i frutti, mettendo su una squadra forte e vincente che vuole rendere l’editoria più fluida e meritocratica.
Nell’intervista che segue troverete tutte le indicazioni per inviare i vostri manoscritti e pubblicare un libro che metta tutti al tappeto.
Cosa ti ha spinto nell’avventura di aprire una casa editrice in tempi in cui c’è una sovrabbondanza di contenuti?
La decisione di iniziare questa avventura è stata naturale: cosa mi vedo fare per tutta la vita? Scrivere, leggere e scrivere.
Oggi la gente legge su internet con smartphone e tablet, è vero che ci sono tanti contenuti disponibili ma si va alla ricerca della qualità. Io stesso leggo tanto e su Amazon dopo una vita passata a leggere i classici cerco gli emergenti, quelli che hanno storie bomba, idee potenti che valicano i confini del cartaceo e del digitale, quell’umanità che della propria sofferenza ed esperienza ha fatto un bagaglio da consegnare agli altri in forma di pensieri scritti. Ho chiuso dopo qualche capitolo libri di grandi case editrici perché poco stimolanti e divorato libri di emergenti che escono dagli schemi, sgambettano il linguaggio e hanno tanto cuore. Il cuore e avere un messaggio fanno di uno scrittore un grande scrittore, la stessa cosa vale per KO edizioni.
In cosa si differenzierà dalle altre case editrici KO?
Il nostro motto è “dare un cazzotto in faccia al lettore”, stupirlo, rapirlo.
Inoltre da scrittore fondare una casa editrice ti da una marcia in più perché puoi dare agli altri quello che avresti voluto ricevere: un sequel negato, un personaggio o un aspetto della storia che per te hanno importanza e tanto altro. Un’opera andrebbe sempre sviluppata, protetta, mai censurata.
Non c’è nessun insieme che ci include né nessun insieme che ci esclude, la scrittura nasce per superare tutti i limiti. Siamo la casa editrice degli scrittori per gli scrittori: se uno scrive poesie o opere teatrali ben venga. Le sue corde sono quelle e possono uscire fuori delle cose bellissime. Siamo aperti a tutti i generi e a tutti gli stili. Non esistono opere commerciali o no, ma opere che si fanno leggere e opere scritte contro voglia o tanto per fare. Se un’opera ha uno stile scorrevole e una sua anima arriverà al lettore.
Sei stato da entrambe le parti della barricata, quali sono gli errori che non vorresti ripetere in quanto editore, e quali quelli che gli scrittori dovrebbero evitare se vorranno pubblicare con KO?
Lo dico da ragioniere: pensare ai conti. Per scrivere bisogna essere liberi, non pensare al guadagno. Quello nel caso arriverà se il romanzo avrà un valore universale. I migliori libri sono stati scartati da tante grandi case editrici. Il nostro successo si basa sul saperci vedere lungo, sulla capacità di capire in poche pagine se è un’opera da KO, forte e audace. I numeri parlano chiaro: si vendono meno di 250 copie per testo pubblicato, i best seller da un milione di copie sono pochissimi. Ma con l’editoria digitale l’editore investendo bene il suo tempo può scovare e investire su opere che intanto saranno in linea con la sua storia e le sue aspirazioni e poi avranno un loro pubblico, tutto questo con un investimento pari a zero perché non esiste il magazzino. Si stampa on demand e si vendono ebook, le opere non vanno al macero. Per pubblicare con noi gli scrittori non dovranno fare altro che essere se stessi, mettere cura per le loro opere, metterci amore. Dalle pagine si vede se è una storia che ha cuore oppure no.
Dico sempre se quando scrivo mi diverto posso far divertire il lettore, questa è la cosa più importante, sotto questo punto di vista la forma vale più della sostanza.
Quali sono le clausole che un contratto editoriale dovrebbe contenere per essere conveniente sia per l’editore che per lo scrittore?
Fino ad oggi il potere contrattuale è solo dalla parte dell’editore. Lo scrittore è schiacciato, legato, costretto a mangiarsi quella minestra o a buttarsi dalla finestra. Il nostro contratto da allo scrittore il suo e ne permette di sviluppare il potenziale. Io sono un imprenditore, il mio collaboratore è il cliente interno: se lo tratto bene farà fruttare i miei investimenti. Se lo tratto male si siederà e possibilmente farà ancora meno di quanto richiesto.
Il tuo obiettivo è rendere l’editoria più fluida e meritocratica, cosa intendi esattamente? Cosa pensi manchi all’editoria oggi e cosa la migliorerebbe?
Quello che manca è l’organizzazione e la voglia di dare una chance. Se osserviamo il mondo della musica va la musica rap, la musica trap, quella con sound potenti e testi che vengono dalla strada che poi vanno a ruba su Itunes. L’editoria oggi è fissa, se scrivi a duecento case editrici ti risponde – con risposte valide intendo – meno del 10%. Non ti leggono nemmeno. Se si ricercano solo testi scritti bene, si presuppone che solo la forma abbia importanza mentre ad avere più peso è il contenuto e i messaggi che l’opera contiene. Quando scrivo non mi preoccupo se un tema è stato già affrontato perchè comunque do una mia versione, non mi importa se uno cosa si scrive con delle regole perchè quelle regole se pure le conoscessi le vorrei rompere. Non voglio dire che non ci vuole una base dietro per scrivere, ci vuole bisogna studiare, documentarsi e leggere continuamente. Ma il vero compito della casa editrice è mettere alla portata di tutti una cosa che alla fine richiede delle doti rudimentali e che tutti hanno, sta alla casa editrice affinarle e farle crescere e questo può solo significare farle fruire a più persone possibile.
Dai qualche suggerimento agli scrittori che vogliono candidarsi a pubblicare con KO Edizioni, come devono procedere?
Non ci sono regole se non quelle di buon senso: siate chiari, metteteci cura, mandate un estratto di qualche capito (3 massimo 5) ma anche l’opera intera. Scrivete la vostra biografia, ogni esperienza conta, scrivete le vostre preferenze, i vostri gusti, esprimete la vostra personalità. Sarà quella che vi farà scrivere le pagine migliori, delle pagine da K.O. Mandateci i vostri manoscritti, siamo aperti a tutte le collaborazioni, non esitate a scriverci. Trovate la casella di posta sul sito KoEdizioni.
Togliete le vostre opere dal cassetto, mettete le ali ai vostri progetti!