Come lui stesso si definirà nel corso di questa intervista, James C. Copertino è uno di quei pochi fortunati che, pur partendo da una realtà del tutto differente, sono stati accolti nel meraviglioso mondo dell’editoria classica italiana.
Per capire meglio cosa intendiamo, date uno sguardo alla sua biografia:
Ex ufficiale delle forze armate, arruolato nei corpi speciali, James C. Copertino, nome di battaglia Jaco, si è specializzato negli anni nel trattamento degli esplosivi, nel paracadutismo e nella subacquea.
Libano, Iraq e Afghanistan lo hanno visto protagonista di innumerevoli operazioni. Si è congedato dopo la seconda guerra del Golfo.
Ecco, poi si mette a scrivere e pubblica con discreto successo, grazie ad Armando Curcio Editore, i libri “La coda del Diavolo”, “Angeli Neri”, l’antologia ”Ombra della Morte” curata insieme ad Angelo Benuzzi e infine, a gennaio 2012, “Taliban Commander”. Ma per il suo passaggio al digitale, J.C. Copertino sceglie l’auto-pubblicazione, balzando in cima alla classifica dei più venduti con l’ebook “Blue Water Operations”.
Perché hai fatto questa scelta?
Quello che volevo veramente, era tentare l’esperimento di un e-book, inteso come canale alternativo alla distribuzione cartacea, con tutto quello che questo comporta. Purtroppo in Italia l’e-book, e il Self Publishing, sono visti da tutti – autori, editori e purtroppo anche lettori – come una forma di pubblicazione di serie B.
E’ il tuo primo romanzo? Nessuno vuole pubblicarlo? Allora se proprio vuoi vedere il tuo nome sulla copertina fai da solo!
Non è cosi che dovrebbe essere e personalmente avevo in mente invece tutto un altro schema: mi riferisco al successo avuto da Stephen Leather che propone i suoi e-book (The basement, Hard Landing) – indubbiamente di qualità – a un prezzo molto conveniente se paragonato a quello dei romanzi su carta.
Io non credo al modello di e-book come alternativa di Serie B quando un autore non trova spazio nell’elitaria editoria classica. L’e-book offre innegabili vantaggi visto che non deve essere stampato, non deve essere trasportato da TIR, non crea scorte di magazzino, ha un rischio di investimento praticamente nullo e per questo può e DEVE essere venduto a un prezzo bassissimo che, dal mio punto di vista, non dovrebbe mai essere superiore ai 3 euro tranne che per i manuali tecnici o i saggi per i quali le considerazioni da fare per prezzarlo sono diverse. Inoltre l’e-book ha il vantaggio di consentire a chiunque di portarsi a spasso la sua completa collezione di romanzi durante un viaggio di lavoro o in vacanza, nonché l’incredibile possibilità, dalle potenzialità commerciali interessanti, di consentire a chiunque, ovunque si trovi, di fare un acquisto di impulso.
Volevo inoltre rendermi conto da solo di quelli che erano i numeri e le difficoltà. Il mio “Blue Water Operations” è stato più un esperimento sul self publishing che una reale necessità di pubblicare a tutti i costi, visto che sono uno dei “fortunati” autori a essere preso in considerazione anche dall’editoria classica.
Perché hai scelto di pubblicare proprio con Narcissus?
Volevo dare al mio Romanzo tutte le possibilità in merito ai canali di distribuzione. In tale senso, Narcissus mi è sembrato un’ottima scelta, integrato solo da Smashword più che altro per la possibilità di poter rendere fruibile l’ebook attraverso iBookstore di Itunes. Narcissus stesso distribuisce ai principali store online e offre un resoconto dettagliatissimo a fine mese, il che è proprio quello che serviva a me per rendermi conto dei volumi di vendita.
Devo subito specificare di essere molto soddisfatto del servizio di Narcissus che consiglio caldamente. Quello che ho rilevato è però che l’Italia non è ancora pronta e che i numeri degli e-book sono ancora talmente ridicoli da non poter quasi essere presi in considerazione per uno che deve investire tempo e soldi, e ve lo dice uno che è stato anche primo con il suo e-book, nelle classifiche dei bestsellers di alcuni siti. Questo purtroppo per una serie di motivi: l’italiano legge poco in generale (credo meno di un romanzo a testa l’anno, in media per italiano). Di questi pochissimi che leggono, meno della metà della metà della metà (1% circa) accetterebbe di leggere un romanzo sul computer o su un lettore di ebook. Non aiuta il fatto che quasi tutti gli autori si rifiutino di pubblicare e-book che non abbiano controparte su carta. Personalmente, con “Blue Water Operations”, ho voluto costringere lo zoccolo duro dei miei lettori a fare uno sforzo, nel senso che se volevano leggere quella storia l’e-book era l’unica opzione, infatti non ho volutamente attivato nemmeno le opzioni di print on demand. Per me si trattava di una scelta a “basso rischio” visto che non campo di scrittura né sono certo un Top Writer, ma tra questi, Stephen King ha fatto la stessa cosa con “Miglio 81” proponendolo solo in versione elettronica e se molti seguissero questo esempio si darebbe un notevole impulso a questo nuovo settore dell’editoria. Non trascurabile è il problema tecnico dell’acquisto: in italia si usano ancora i contanti per piccole spese molto di più che nel resto d’europa, e i libri rientrano tra quelle cose che si preferisce pagare in questo modo. Inoltre c’e’ anche una notevole diffidenza nel fornire i dati della propria carta di credito su internet, nonché pigrizia nel doversi registrare ogni volta su siti nuovi fornendo dei dati personali. Inoltre, non trascurabile è il fatto che le case editrici “Classiche” riservano ancora gli onori della vetrina su quasi tutti i siti ad autori blasonati, quindi Pinco Pallino che scrive il suo pur ottimo romanzo non ha quasi nessuna possibilità di comparire sulla prima pagina di uno store importante, se non per pochi minuti (quando esiste la rubrica dei libri appena aggiunti). Ovviamente se il libro di un Top Writer figura sulle prime pagine di tutti gli store online i lettori saranno portati a sceglierlo mentre il nostro autore Pinco Pallino, purtroppo, non verrà mai notato da nessuno. Questo vuol dire che un autore che vuole fare del Self Publishing deve assicurarsi di avere tanto tempo e tante risorse per promuovere il suo libro e sapere che sarà un grosso risultato se, almeno inizialmente, dovesse superare il centinaio di copie vendute.
Infine voglio sottolineare quello che per me è diventato un malcostume da parte delle case editrici e degli autori e che contribuisce sensibilmente a non fare decollare l’editoria digitale. Il mio “Blue Water Operations” se fosse un romanzo cartaceo, sarebbe di circa 400 pagine e viene proposto ad un presso di circa 2 euro. Per quello che credo io il prezzo è evidentemente un parametro critico. Molte case editrici tradizionali propongono la versione digitale dei propri romanzi cartacei solo ad un paio di euro in meno rispetto al prezzo tradizionale. Ci sono in giro troppi e-book a 16 euro perché i lettori si appassionino all’editoria digitale. Ma c’e’ di peggio! Visto che quando si acquista un ebook non si soppesa il libro tra le mani come si fa in libreria, ci sono diversi autori che propongono racconti (che in cartaceo arriverebbero a stento alle 50 pagine) travestiti da romanzi, a 4 euro o nei casi più scandalosi addirittura a 7 euro. Ecco un buon esempio di come speculare su un fenomeno impedendogli di innescarsi positivamente come dovrebbe. E’ anche una scelta miope oltre che scorretta perché in questo modo peraltro ci rimettono tutti. A 7 euro i numeri saranno per forza bassi su scala logaritmica. Dati alla mano, in riferimento a quello che succede per esempio in America e in Inghilterra con alcuni romanzi fantasy, vendere il proprio romanzo a 2 euro vuol dire vendere 10 volte tanto. Quindi entrano 20 euro a chi vende a 2 euro in una equazione dove chi vende a 7 ha venduto solo una copia.
Alla luce delle tua attuale esperienza, allora, quali sono i pro e i contro dell’essere un autore indipendente?
La domanda a cui voglio rispondere è se è giusto o meno essere un autore indipendente… No forse non è giusto, a meno di riorganizzare la propria attività non come un autore indipendente quanto piuttosto come un editore indipendente che pubblica i propri romanzi. Cerco di spiegarmi un po’ meglio: quello che dovrebbe fare un editore non è “soltanto” occuparsi di distribuire il romanzo o di sbrigare pratiche burocratiche che paradossalmente dovrebbero essere aspetti secondari dell’editoria. Un editore dovrebbe essere l’interfaccia prima di tutto artistica tra l’autore e il mercato, dando quindi anche indirizzi d’opera all’autore e tenendo fede al suo nome: facendo dell’editing vero e proprio che negli ultimi tempi purtroppo sembra essere divenuta una pratica sempre meno gradita agli autori (mai peccare di presunzione in questo modo) e sempre meno praticata dagli editori (che magari preferiscono cavalcare le mode e puntare di più su altri aspetti del loro lavoro). In questo senso io ho fatto proprio questo. Dopo aver scritto il romanzo mi sono rivolto ad un mio amico autore, Angelo Benuzzi, con il quale ho curato l’antologia “Ombra della morte” per un parere tecnico esterno, che non deve mai mancare anche se ci si ritiene autori bravi o bravissimi. Per la promozione, oltre alla mia pagina di Facebook, mi sono rivolto a una rete di promoter amici, che hanno fatto un ottimo lavoro, altrimenti anche i miei romanzi non figurando mai in vetrina insieme agli autori blasonati di cui sopra, non sarebbero mai stati acquistati da nessuno. Invece con le prime posizioni in classifica di “Blue Water Operations” ci siamo tolti tutti quanti notevoli soddisfazioni. Mi sento di voler precisare che il rischio dell’editoria digitale è quello di incontrare editori che hanno il coraggio di proporsi come tali solo perché sbrigano al posto tuo le pratiche tecniche di realizzazione del formato epub (lasciando però tutti i refusi o le incongruenze al posto loro) o burocratiche, chiedendoti addirittura dei soldi per farti pubblicare il romanzo su ibookstore che, è bene ricordarlo, è assolutamente gratuito salvo una piccola percentuale trattenuta su ogni copia venduta. Per soldi intendo dire avere la faccia tosta di chiedere anche 3000 euro agli autori solo per metterli online su Appstore!
Quindi direi che i contro sono non aver a che fare con dei professionisti dell’editoria, che aiutano anche a crescere professionalmente nel tuo ruolo di autore. I pro sono il non cadere nella rete di una massa di inutili faccendieri – quando non addirittura di ciarlatani – che si frappongono tra te e il mercato richiedendo un tributo assolutamente non commisurato al servizio emesso.
James C. Copertino
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