“Alice senza niente” è l’ultimo successo del momento, un romanzo gratuito scaricabile online dal sito omonimo in formato epub e pdf. Un e-book frutto di un’operazione di viral e social marketing come ne abbiamo conosciute molte in questi ultimi mesi su StoriaContinua: “Blog di un libro” ad esempio, oppure, XY per citarne uno più noto.
Ma oltre ad essere un esperimento di comunicazione, come spiega il suo autore Pietro De Viola, che si è rivelato ai suoi lettori solo al lancio ufficiale del libro, “Alice senza niente” è un atto di denuncia del precariato in cui moltissimi – per non dire tutti – i giovani sono costretti a vivere.
Il personaggio di Alice, cui De Viola inizia ad accennare sul Web appena due mesi fa stuzzicando poco alla volta la curiosità del pubblico, è un po’ il suo alter ego al femminile: giovane laureata disoccupata, frustrata e arrabbiata. Costretta a destreggiarsi tra colloqui di lavoro, spese quotidiane obbligatorie e un amore altrettanto precario.
La storia mi ha ricordato molto l’esperiemento già realizzato dai ragazzi di Generazione 1000 Euro, quando ancora non si parlava di boom di e-book, lettori digitali, iPad e tavolette varie.
Il materiale raccolto dalla community online divenne un libro molto carino e seuccessivamente anche un film.
A quanto pare è stato solo il primo di una lunga serie (vedi il libro di esordio di Michela Murgia), che se il mondo del lavoro non accenna a cambiare quello del precariato potrebbe diventare perfino un genere di letterario al pari del noir o del poliziesco alla Montalbano, magari rientrare nei libri di testo delle scuole.
Circosatanza nient’affatto positiva, visto che appena ieri il quotidiano La Repubblica titolava: “La scrittura non paga”.
E’ un mondo difficile (sic!)
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