Eccoci con Guido Del Duca, direttore editoriale di Landscape Books, non un semplice editore digitale, ma un editore di libri impossibili…
“Impossibili da vedere su carta, e per motivi diversi. Quello più immediato lo si può facilmente capire sfogliando “A Christmas Carol. Canto di Natale”, il nostro titolo di debutto. Il classico di Dickens diventa animato, interattivo e sonoro, ma non per questo assomiglia a una App”.
Come e perché nasce Landscape Books?
Grazie alle potenzialità del formato epub è possibile realizzare ebook che non siano solo trasposizioni di libri cartacei ma che siano dei prodotti con un valore aggiunto proprio per il loro essere digitale. In questo senso è stato decisivo l’incontro con WAY TO ePUB, la prima piattaforma italiana di ricerca sull’interazione tra carta e digitale. Allo scorso Salone del Libro di Torino, WAY TO ePUB ha mostrato la versione digitale di fumetti e libri illustrati, ma soprattutto ha spiegato cosa altro si sarebbe potuto fare se si fosse partiti già dall’inizio con un progetto che coinvolgeva il digitale. Ed è proprio qui che ci hanno conquistato, e abbiamo deciso di lanciare questo progetto affidando a WAY TO ePUB la realizzazione tecnica.
Che genere di libri proponete?
Ci sono titoli che non trovano spazio nei cataloghi perché ritenuti difficili o di nicchia. Noi vogliamo puntare su questi titoli, a partire dalla tetralogia “Parade’s End”, uno dei capolavori della letteratura di guerra, eppure inedito in Italia, o da classici perduti della letteratura italiana, per esempio un antesignano della fantascienza di casa nostra.
Più in generale: le due collane Onde e Nuvole ospiteranno i grandi classici della letteratura illustrati o a fumetti, rivolti a un pubblico di bambini e ragazzi. Le collane Aurora e Portrait ospiteranno invece narrativa (rispettivamente classici e inediti) rivolta a un pubblico senza limiti di età.
Perché i lettori, secondo voi, dovrebbero interessarsi alla lettura di questo genere di libri?
Pensiamo che i lettori troveranno in questi ebook (parliamo di epub3, che comprende nel suo standard elementi di interazione, animazioni, media-overlay) un’esperienza di lettura nuova e inedita, ma oltre al fattore novità, puntiamo molto sulla didattica: i più giovani nascono letteralmente con il tablet in mano, e quindi anche la spinta alla lettura deve arrivare loro attraverso i mezzi con cui hanno maggiore familiarità.
Non trascuriamo poi il fattore accessibilità: i nostri libri sono leggibili anche da parte di lettori ipovedenti o dislessici, e questo è un altro elemento “impossibile” da rendere su carta.
Stando alla descrizione della collana Portrait, esistono libri che preferiscono una lettura verticale. Ma che caratteristiche dovrebbe avere allora un romanzo per diventare un’app o un enhanced book?
Portrait è per noi la dimostrazione che, come direbbero all’AIE anche se per motivi diversi, un libro è un libro, anche in digitale, e non ha necessariamente bisogno di effetti speciali (quindi non c’è da aspettarsi prodotti forzatamente crossmediali, mettiamolo in chiaro). I titoli della collana Portrait saranno epub con il tradizionale layout a scorrimento, che lasceranno dunque il lettore libero di leggere secondo le sue preferenze. Forse rispetto ai titoli della collana onde, quelli di portrait potranno sembrare più vicini al libro tradizionale, ma in entrambi i casi i nostri obiettivi resteranno la qualità delle storie raccontate e della realizzazione tecnica.
Oggi è relativamente facile autoprodurre un libro, ma per chi vuole produrre la propria app o un ebook avanzato, bastano davvero software come Ibooks Author?
Quando dico un libro è un libro, mi riferisco anche alla qualità della realizzazione, che non deve mai mancare sia esso di carta o in formato digitale. Sono d’accordo sul fatto che la tecnologia ha semplificato la vita a molti, ma un file (che sia esso epub, kindle, app o PDF) non basta a fare un libro. Qualunque sia il grado di innovazione che il prodotto contiene, dal semplice romanzo di solo testo al fumetto parlante, nessun software potrà mai bastare a se stesso e sostituire l’esperienza di una redazione.