Lectio magistralis di Umberto Eco al Salone del Libro 2011
Come nasce un romanzo.
“La prima cosa – ha spiegato Eco – è una semplice immagine, un ricordo, un’idea seminale dalla quale parte tutto”.
Altro ingrediente indispensabile è il tempo: “i miei libri mi occupano per un lungo periodo”. Anni di ricerche minuziose, di viaggi, perché “è fondamentale vedere ciò di cui si scrive”. È così che per comporre “L’isola del giorno prima” Eco è volato a Samoa e si è tagliato barba e baffi per indossare la maschera e vedere i coralli di cui parla nel libro; oppure ha speso ore nei vicoli bui parigini per ricostruire le atmosfere de “Il cimitero di Praga”.
Lo stile e la lingua.
“Lo stile lo fa il personaggio: goliardico per “Baudolino” , sempliciotto per il monaco del “Nome della rosa” , barocco per il naufrago de L’Isola del Giorno Prima – ha spiegato ancora Eco – La storia invece, nella prosa modella le parole, diversamente da come capita in poesia in cui sono le parole a determinare il contenuto”.
Ma, allora, quali sono le costrizioni letterarie alle quali soggiace l’autore?
“Tutta l’arte è permeata da vincoli: per Dante è la rigida metrica, per Montale, il lessico ‘aspro e petroso’. Anche nelle mie opere ho dovuto fare i conti con dei limiti, ma geografici e temporali. Volevo costruire racconti storicamente ben saldi e, per far conciliare le date delle diverse vicende, ho faticato”. La genesi di un libro seppur sofferta, ha concluso Eco “è una sensazione onanisticamente deliziosa, la tristezza comincia quando il romanzo è finito e si passa il tempo a raccontare noiose bagatelle”.
Fonte: Salonelibro.it
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