Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini sono, prima che una coppia di scrittori, due amici di lunga data, fin dai tempi “del glorioso dopolavoro dell’Italsider di Savona”, ci raccontano simpaticamente.
Ci siamo conosciuti lì, ormai più di vent’anni fa, ed entrambi avevamo la pazza idea di scrivere una sceneggiatura per un film, data la comune grande passione per il cinema, oltre che per la letteratura. Poi quella folle idea è diventata il nostro primo libro, il medical-thriller “Soluzione finale”.
Scritto nel ’99, vedeva un paio di capitoli ambientati nelle torri gemelle a Manhattan. Parti che ovviamente poi abbiamo dovuto tagliare e cambiare in seguito ai tristi eventi dell’11 settembre. Il libro venne poi pubblicato nel 2005 da Marsilio, dopo aver vinto nel 2003 il Premio Palazzo al Bosco di Firenze ,che aveva proprio come prestigioso riconoscimento per il primo classificato la pubblicazione con Marsilio Editore.
Da allora di premi e riconoscimenti ce ne sono stati molti altri e Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini, non sognano più di scrivere, ma sono due scrittori affermati, giunti al loro terzo romanzo, “Il paziente zero”, appena uscito in libreria.
“Il paziente zero” rientra nel nostro continuo processo di sperimentazione delle varie sfumature del genere thriller. Dopo il medical-thriller “Soluzione finale” e il serial killer-thriller “Per esclusione”, abbiamo deciso di virare su un action-thriller. Come per i precedenti due romanzi, non manca il tema scientifico alla base della storia, un nostro marchio di fabbrica. Scherzando, diciamo che dopo il tanto buio, pioggia e neve di “Per esclusione”, avevamo bisogno di un po’ di sole. Sudafrica, Madagascar, Francia e Svizzera, ci sembravano adattarsi perfettamente a questa nostra volontà di scrivere un libro “radioso”. A parte gli scherzi, sono sempre gli argomenti su cui è incentrata la trama a determinare i luoghi. Parlando in questo libro di diamanti e squali, il Sudafrica era l’ideale!
Ma, a parte gi scherzi, come avviene nella pratica il processo creativo e la stesura di un romanzo, in particolare di un thriller, quando si lavora in coppia?
Applichiamo il metodo utilizzato dagli sceneggiatori americani, il metodo della scaletta. Una volta che abbiamo la traccia principale della storia, ricavata dopo numerosi scambi di idee, di rinunce, di modifiche – che può essere nata da una notizia letta su un giornale, piuttosto che da un film visto o da una conversazione ascoltata – procediamo appunto con la scaletta.
In pratica, viene stilato un elenco di punti essenziali, fissati capitolo per capitolo, dall’inizio, fino all’epilogo che andranno a costituire l’ossatura della trama del libro. Una volta definito lo scheletro della storia, procediamo con una prima verifica dal punto di vista cronologico, di costruzione, di tenuta della suspense capitolo per capitolo. In pratica gli snodi narrativi. In questo stadio della costruzione andiamo a sistemare quei punti che crediamo più “deboli” o meno efficaci, anche se raramente finiamo col modificarli del tutto. Questo perché siamo convinti della bontà dell’ossatura iniziale e quindi procediamo ad un lavoro di limatura e perfezionamento più che altro. Superata questa fase, iniziamo a sviluppare tutti questi punti-chiave, a definire le piccole parti di raccordo tra i diversi punti, fino ad ottenere la storia nel suo complesso, quella che seguiremo passo dopo passo quando inizieremo a scriverla.
Quando la trama è del tutto completa, rifacciamo nuovamente un controllo cronologico e sistematico di tutti gli eventi, per vedere se tutto funziona per il meglio. A questo punto, avviene l’inserimento dei personaggi nel contesto, che nel frattempo abbiamo strutturato a parte dal punto di vista psicologico, fisico e caratteriale. Li inseriamo scena per scena, cercando di dare ad ognuno la giusta collocazione nel rispetto del climax della storia. Terminata anche questa fase, si procede con la raccolta del materiale. Operazione che ci porta via parecchi mesi, tra ricerca, lettura e scelta delle parti che ci possono servire per trattare gli argomenti presenti nella trama. Solo dopo esserci documentati a dovere, possiamo procedere con la parte più gratificante, cioè la stesura del romanzo.
Che ruolo ha Internet nel vostro lavoro?
Internet rappresenta un complemento utile alla memoria. Cerchiamo se ci è possibile di visitare le location che useremo nel libro, ma capita che non ci si rammenti bene una via, un particolare luogo di quella data città, quindi Internet ci viene in soccorso, in particolare con Google Earth e Street View. Inoltre, usiamo la rete per approfondire tematiche e dettagli rinvenuti nelle ricerche in biblioteca, nei casi in cui siamo impossibilitati ad avvalerci di esperti di settore. Possiamo dire che Internet sia molto utile se si sa già dove andare a cercare, anche perché la rete è sempre un’arma a doppio taglio e bisogna andare cauti nello sfruttarla.
Una risposta
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