Trip Adler, fondatore ed ex CEO di Scribd, sta prendendo parte a una nuova iniziativa, visionaria quanto lo fu il lancio della sua piattaforma di lettura online nel 2007. Oggi lo streaming di ebook da lui proposto all’epoca, così come le letture in abbonamento sono diventati modelli di vendita piuttosto comuni, anzi forse quelli che hanno avuto maggiore successo nel mercato digitale. Allora non sarebbe azzardato prevedere che anche il modello Created by Humans, cioè l’introduzione di un intermediario tra i creatori di contenuti e le aziende che sviluppano intelligenze artificiali, si diffonderà altrettanto efficacemente.
“Abbiamo sviluppato Created by Humans per colmare il divario tra questi due mondi” ha spiegato Adler. “Da una parte ci sono i creatori (scrittori, artisti, fotografi, attori, registi e musicisti) che vivono del loro lavoro creativo e credono che l’IA rappresenti una minaccia esistenziale per i loro mezzi di sostentamento e per il futuro dell’umanità. Dall’altro lato ci sono i tecnologi che credono che automatizzare ogni aspetto del mondo con l’intelligenza artificiale sbloccherà nuove possibilità e un futuro migliore”.
In questo scontro, che si è già spostato materialmente nelle aule di tribunale, la squadra di CbH crede di poter fungere invece da ponte per sviluppare un mercato più equo. “Altrimenti, sarà una situazione di tragedia per i beni comuni”, avverte Adler, “in cui solo alcune di queste aziende come News Corp ottengono un po’ di soldi dall’intelligenza artificiale e tutti gli altri vengono lasciati fuori”.
Ma da CbH pensano di aver capito come risolvere il problema: “Abbiamo un prodotto davvero bello, che consente ad autori e editori di usare questa piattaforma per gestire i propri diritti (…) puoi rivendicare i tuoi libri, concederne in licenza i diritti e poi noi aggregheremo i contenuti e li convertiremo in formati utili per le aziende di dati.
Le aziende di intelligenza artificiale sono impegnate in una corsa agli armamenti in questo momento per cercare di vincere, e hanno un sacco di soldi. E se puoi semplicemente dare loro l’opportunità di ottenere i migliori contenuti nel modo più semplice, pensiamo che siano tutti pronti a pagarli”.
E non è un caso che queste osservazioni arrivino da qualcuno che si è occupato di editoria in questi ultimi anni, e che in questa fase di lancio la piattaforma si rivolga principalmente a editori e autori, considerando che le IA hanno iniziato ad apprendere proprio dai libri. Dunque, secondo Adler, le aziende, ma anche la coda lunga delle start-up che stanno nascendo attorno alle intelligenze artificiali hanno tutto l’interesse ad accedere a contenuti di alta qualità e legalmente validi, che consentiranno loro di sviluppare sistemi sempre più accurati. A patto che da entrambi i fronti, quello creativo e quello tecnologico, si converga su nuovi principi di collaborazione.
Tabella dei contenuti:
La Quarta Legge della Robotica
“Stiamo introducendo una nuova costituzione che contribuisce a garantire che gli esseri umani siano incentivati a creare nel mondo dell’intelligenza artificiale, basandoci sulle Tre leggi della Robotica di Isaac Asimov”.
Quarta legge: quando i Robot imparano dal comportamento umano o dalla produzione creativa umana (ad esempio, si “addestrano” sui dati umani, come fanno gli LLM), ciò deve avvenire in modo simbiotico affinché sia vantaggioso sia per gli esseri umani sia per i robot.
“Non stiamo cercando di essere coinvolti in cause legali, non siamo interessati ad assumere una prospettiva legale su cosa sia o meno un uso corretto”, afferma Adler. “Pensiamo che il mondo abbia bisogno di qualcuno che sappia stare in mezzo”, e ciò può essere ottenuto se tutte le parti rispettano i principi fondamentali.
1. Consenso
I robot dotati di intelligenza artificiale dovrebbero essere in grado di apprendere dalle opere d’arte umane e da altre produzioni creative umane solo dopo aver ottenuto il consenso dei titolari dei diritti.
2. Controllo
Gli autori, gli editori e gli altri titolari di diritti sui contenuti dovrebbero controllare il modo in cui i robot utilizzano le loro opere.
3. Compensazione
Se richiesto dagli esseri umani, i robot AI devono fornire un risarcimento.
4. Credito
I robot AI devono garantire che i creatori ricevano la dovuta attribuzione quando il loro lavoro viene utilizzato per la formazione o negli output.
5. Apprendimento continuo
I robot devono imparare continuamente dai più recenti comportamenti umani e dalle più recenti creazioni, per garantire che l’ecosistema dei robot rifletta il meglio e le ultime novità dell’umanità.
Quello che mi chiedo è, una volta risolte tutte le diatribe economico-legali seguendo questi cinque principi, quanto sia opportuno lasciare libere le IA di apprendere da una specie che non si sta certo mostrando lungimirante in quanto alla propria conservazione, e dunque, dopo tanto addestramento, potranno ancora attenersi alle prime Tre leggi?
Va be’… Non so se anche voi vi ponete le stesse domande esistenziali (perché non sappiamo più quando stiamo andando), nel caso scrivetelo tra i commenti, con relativa risposta possibilmente. Intanto, vi lascio con un’ultima nota sulla piattaforma Created by Humans, che ha già raccolto 5 milioni di dollari di finanziamenti, sempre secondo quanto riportato da Publishers Weekly, pertanto prevede di estendere il proprio supporto anche ai creativi di altri settori oltre l’editoria: attori, registi, musicisti, fotografi, artisti di vario genere potranno concedere in licenza i diritti delle proprie opere alle IA. Al momento però quello che si può usare è questo logo, che, si legge, rappresenta il potere della creatività umana nel mondo dell’intelligenza artificiale.
Da CbH invitano a utilizzarlo, esattamente come il simbolo del copyright, per indicare quando un’opera è stata creata da un essere umano. Insomma, alla fine, Adler ammette: “Sebbene cerchiamo di essere neutrali, siamo un po’ più dalla parte degli umani”.