In principio c’erano gli Editori, sceglievano quali scrittori pubblicare e quali libri dovessero avere maggiore visibilità per un migliore ritorno dell’investimento. Poi è arrivato il Self-publishing, quello digitale, che ha scalzato gli intermediari o meglio la selezione di accesso al mercato, dando però un grande potere alle piattaforme di distribuzione e librerie online con i loro algoritmi di classifica.
E oggi?
Tutto il sistema editoriale potrebbe cambiare ancora grazie alle applicazioni della Blockchain, che consentirebbe di accorciare ulteriormente il passaggio di un libro dalla produzione alla vendita, dallo scrittore al lettore.
Pensate che persino la SIAE, dopo 139 anni, pare essersi decisa ad abbracciare questa tecnologia e grazie alla collaborazione di Algorand ha avviato la realizzazione di una piattaforma per la gestione dei diritti d’autore tramite NFT (Non Fungible Token), un registro pubblico decentralizzato e trasparente pensato per trasferire la gestione direttamente agli aventi diritto, che potranno quindi avere il governo diretto dei metadati relativi alle loro opere.
E se la SIAE definisce questo il nuovo paradigma nell’ecosistema dell’intermediazione di contenuti e diritti, vale la pena cercare di capire di cosa si tratta. Cosa sono gli NFT e che impatto avranno per gli scrittori?
Tabella dei contenuti:
NFT, una definizione
Un token non fungibile è ciò di più vicino esista a un bene materiale nel mondo digitale, si tratta di una marca crittografata che viene registrata su un database non modificabile, su blockchain appunto, per identificarne la proprietà unica.
Se un contenuto in formato digitale può essere riprodotto all’infinito, un NFT certifica invece la proprietà di una copia originale. Esattamente come accade con un libro stampato, puoi leggerlo e riporlo nella tua libreria una volta acquistato o rivenderlo come usato, ma nel caso dei Token a ogni transazione l’autore continua a ricevere una percentuale. Non solo, anche i contributori – grafici, editor, co-autori – possono continuare a guadagnare se si sceglie di incorporare nella propria opera i loro rispettivi Token.
Dunque questo sistema, oltre che i proprietari, lega i creatori al contenuto, che possono continuare a tenerne traccia anche successivamente alla prima vendita (cosa del tutto inedita per l’editoria attuale).
Tipologie di contenuti per Blockchain
Per dare vero valore a un bene digitale, perciò facilmente riproducibile, è necessario che alla certificazione dell’autenticità si accompagni, come detto, quella dell’originalità. Cioè, i lettori vorranno essere sicuri di acquistare un libro unico, che si distingue da tutte le altre copie, un po’ come accade nel settore dei videogiochi dove gli appassionati non esitano a pagare per dei collezionabili o degli accessori, sebbene esclusivamente virtuali.
Si iniziano già a vedere i primi esperimenti di merchandising su piattaforme come Mintable o Opensea, basate su blockchain:
– versioni di ebook in edizione limitata, che aumentano il proprio valore tra i collezionisti dopo la chiusura del periodo di vendita;
– copie generative, ovvero ognuna contenente una piccola variazione che la distingue da tutte le altre, può trattarsi di una parola, della copertina o di un’illustrazione originale;
– opere derivate, registrazioni video, audio, arte digitale ispirata alle ambientazioni o ai personaggi del libro.
Tutte queste produzioni possono ora, grazie ai Token non fungibili, essere vendute e possedute ufficialmente.
Il rovescio dei Token (1): registrare un NFT per un’opera non significa metterla al riparo dalla riproduzione illegale, come i libri cartacei non sono al riparo dal poter essere fotocopiati ad esempio, ma si può ipotizzare che con l’espandersi della diffusione delle crittografie sarà sempre più semplice distinguere la provenienza di un contenuto originale da una copia riprodotta, anche in ambiente digitale.
Piattaforme di pubblicazione decentralizzata
Come si crea un NFT per un libro?
A parte i siti menzionati sopra, che consentono di aprire e gestire un vero e proprio negozio personale online, la piattaforma Publica.com già da qualche anno lavora all’introduzione della tecnologia blockchain nell’editoria e ha da poco lanciato i collezionabili per autori: ogni autore potrà caricare un libro (o altro contenuto letterario) e selezionare un numero di copie da rendere disponibili, da 1 a 10, convertendole in Token protetti e accessibili tramite applicazione dedicata.
Fa un passo ulteriore Mirror.xyz, che rende gli scrittori addirittura comproprietari della piattaforma. Coloro che si iscrivono partecipano a una sorta di selezione, ogni settimana la comunità dei collaboratori sceglie dieci scrittori tra i partecipanti, ai quali assegnare un Token valido per una pubblicazione. Si può in questo modo chiedere di finanziare la propria idea che diventerà poi un libro, come accade con il crowdfunding, oppure ottenere delle ricompense per continuare a scrivere, come permette di fare ad esempio Patreon.
Concludo con quella che mi sembra la più interessante, la piattaforma Bookchain.ca, che vivaddio supporta il formato ePub 3 (ed esclusivamente quello)!
Hanno sviluppato un ereader accessibile tramite browser e grazie ai loro registri gli autori possono vedere in tempo reale dove si trova ogni copia venduta, anche tramite transazioni secondarie, cioè ogni copia di un ebook che un lettore rivende a un altro lettore.
Tutto meraviglioso ma, come si legge sul sito, tutto ha un costo.
Il rovescio dei Token (2): una delle controversie principali riguardanti la diffusione dei NFT riguarda proprio il loro impatto ambientale. La dematerializzazione non sarebbe proprio a costo zero per il pianeta, visto che far girare i server richiede un grande dispendio di energia (come ogni altra tecnologia d’altronde), che viene coperto dalla cosiddetta “tassa sul gas”, una commissione richiesta agli autori ogni volta che viene apposta una marca.
Il problema, come fa osservare BookFox, è che le commissioni possono variare in base alla quantità di traffico attualmente in esecuzione attraverso una rete, dai 10 ai 100 dollari. Ciò significa che non è conveniente creare NFT per libri a prezzi bassi, altrimenti il rientro sarebbe nullo. Gli NFT sono i migliori quando si creano articoli a prezzo più alto o un gran numero di articoli a prezzo medio. Dunque la necessità di creare contenuti unici ha delle motivazioni economiche, oltre che prettamente creative. E’ bene tenerlo a mente se deciderete di sperimentare la distribuzione dei vostri libri attraverso la blockchain.