“Se esitono le parole per dirlo, è possibile”, si legge sulla copertina dell’ultimo libro di Sandro Veronesi: XY. Mai frase fu tanto azzeccata per un libro che è praticamente tutto parlato. Basta una lettura più approfondita e ci si accorge che non esiste alcuna storia a supporto di questo libro.
La tragedia che da’ inizio al romanzo, la strage di dodici persone tutte decedute nello stesso istante, tutte per cause differenti quanto efferate, è praticamente solo un espediente per stimolare la curiosità del lettore. Un aspetto del libro che passa presto in secondo piano, perché di ciò che è realmente accaduto in questo borgo San Giuda, sperduto in mezzo alle montagne del Nord Italia, non viene spiegato nulla, rimane un’incognita come le lettere del titolo.
Diventa tutto uno sciorinare di precetti religiosi e tesi mutate dalla psicanalisi, in un lungo monologo tra il parroco di questa comunità scossa da un evento che, si intuisce, ha del diabolico e una psicologa venuta dalla città per assistere i “sopravvisuti”.
Forse XY piacerà agli amanti delle sedute di analisi, a coloro che leggendo un libro non vedono l’ora di trovare delle risposte ai perché della vita. Ma non è questo che ci si aspettava dopo aver seguito gli indizi lanciati con la campagna di marketing online voluta dalla Fandango, prima dell’uscita del libro. Una campagna che ha puntato molto sull’aspetto noir del romanzo.
Non è la prima volta che capita: ad un’operazione pubblicitaria, per quanto innovativa e coinvolgente per i lettori, non corrisponde un libro altrettanto valido. La cosa più interessante di questo romanzo sono, infatti, i contenuti extra che però si trovano su Internet.
Un vero peccato, perché così si rischia di inflazionare un canale come quello del Web molto utile per autori in cerca di una visibilità che Veronesi ha già avuto la fortuna di conquistarsi scrivendo ottimi libri.
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