“Dopo aver letto per 30 anni un po’ di tutto, thriller, storiografia, fantasy e fantascienza, biografie e filosofia, ho finalmente scoperto di avere una storia da raccontare”.
E Giovanni Giacometti Ceroni, autore dell’ebook in adozione del mese, “Con la luce del sole negli occhi”, lo ha fatto proprio bene. Le recensioni al suo romanzo suonano un po’ tutte così: “perfetta costruzione narrativa”; “un bellissimo e commovente racconto”; “la lettura scorre via veloce; ti secca se devi interromperla”.
Tutti concordano nel sostenere che nella storia dell’amicizia tra Umberto e Hal, che si sviluppa nel romanzo su un’arco temporale che li vede passare dall’adolescenza all’età adulta, in molti possono ritrovare i propri comportamenti, gli screzi e gli avvenimenti tipici di ogni gioventù.
Infatti, come in ogni amicizia che si rispetti e che è capace di superare gli ostacoli del tempo, l’inizio non sarà dei migliori:
“Hal era irritato. Per essere più precisi era Umberto che lo irritava. Lo irritavano la sua espansività e la sua voglia di trasformare ogni cosa, anche le più futili, in un evento. Lo irritava il suo umore mutevole, che in pochi secondi passava da assorto ad entusiasta. Ed infine lo irritavano i suoi capelli biondi che sembravano sempre scolpiti con il gel, anche quando riemergeva da un tuffo in mare.
Era un’irritazione ingiusta e meschina, Hal lo sapeva. A Umberto non avrebbe potuto rimproverare né un gesto né una parola. L’altro era sempre cordiale, corretto, simpatico e gentile (…) ecco, era questo che rendeva Umberto insopportabile.
Eppure da diversi giorni si trovava a doverlo sopportare. Capita nelle compagnie di adolescenti.
La compagnia è qualcosa che bisogna prendere nella sua interezza, buoni e cattivi, simpatici e antipatici(…)”.
“Con la luce del sole negli occhi” – sinossi
Il viaggio per recarsi al funerale di Umberto diventa per Hal l’occasione di ripercorrere due lustri di amicizia ed esperienze in comune. Questo viaggio, fisico ed emozionale, lo porterà a sviscerare il concetto stesso di amicizia e a comprendere a fondo cosa significhi perdere un amico.
Prologo
“Ha un cubo di Rubik nel ventre. Lo sente proprio all’altezza dello sterno, un cubo di Rubik che al posto dei colori ha sentimenti, sentimenti brutti: ansia, angoscia, rabbia, rimpianto e disperazione.
Lo deve risolvere quel cubo, tutte le facce devono andare al loro posto. Deve tracciare l’origine di ognuna, smembrarla e poi ricomporla. Così le può comprendere e neutralizzare. Una volta ricomposta ogni faccia scomparirà, lui ne è sicuro, portandosi via l’emozione corrispondente. Con un paio ci è già riuscito, ma le altre sono davvero ostiche, soprattutto la faccia rossa: la rabbia. Da dove viene, di che cosa è fatta? Il cubo gira e rigira, gli torce l’esofago, e ad ogni giro lui lo studia cercando di capire con quali mosse riordinarlo.
In fondo all’enorme galleria della stazione scorge il cielo estivo terso e azzurro. Da lì Hal fa vagare lo sguardo in alto lungo l’immensa volta di acciaio e vetro che copre i binari della stazione Centrale di Milano.
Uno dei pannelli di vetro si è rotto ed è stato asportato. Il varco che ha lasciato a quell’ora si trova esattamente tra lui ed il sole. Il bagliore filtra da quella finestrella clandestina e gli entra diritto negli occhi.
Il sole estivo ha raggi che paiono solidi, dotati di materialità. Premono, si infiltrano nella sua memoria come negli strati di polvere sedimentati in una vecchia soffitta, scaldando, smuovendo, e scoprendo immagini e suoni che lo riportano indietro di mezza vita.
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